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Attualità | 25 ottobre 2022, 18:35

Il Consiglio regionale chiede all'unanimità che non sia tolta la scorta al testimone di giustizia Pino Masciari

Approvati dall'aula di Palazzo Lascaris altri cinque Ordini del Giorno

Pino Masciari nel corso di un convegno ad Asti. Foto di archivio

Pino Masciari nel corso di un convegno ad Asti. Foto di archivio

All’unanimità, il Consiglio regionale ha approvato l’ordine del giorno a prima firma Giorgio Bertola (M4o), con il quale si chiede che non sia tolta la scorta a Pino Masciari, storico testimone di Giustizia contro la ndrangheta calabrese, “ormai piemontese d’adozione”, come ha precisato lo stesso Bertola. “Apprendiamo dalla stampa – ha aggiunto – che a Masciari è stata revocata la tutela, ma la criminalità organizzata non dimentica e pensiamo sussistano tutte le ragioni e le preoccupazioni per cui lui e la sua famiglia siano ancora protetti dallo Stato. Dobbiamo dire che il Piemonte è a fianco di chi si oppone alla logica mafiosa”. Sono intervenuti anche Diego Sarno e Domenico Rossi (Pd).

Con il solo voto contrario di Leu e favorevole da parte degli altri presenti, è stato poi approvato l’Odg di Andrea Cane, che sollecita la Giunta a sottoscrivere gli accordi di collaborazione con le associazioni degli istriani. Si tratta, ha spiegato Cane, di bozze di intesa "già sottoposte alla Giunta regionale e che come Consiglio vogliamo sottoscrivere, affinché il giorno del Ricordo per le vittime delle foibe sia promosso e sostenuto".

Unanimità anche per l’Odg di Silvio Magliano (Moderati) che chiede la tempestiva liquidazione delle quote del 5 per mille del 2021, quindi relative ai redditi 2020: “Le associazioni stanno ancora aspettando queste somme decisive per le loro attività – ha ricordato Magliano – e, rispetto alla prassi, quest’anno con il caro bollette e l’inflazione, è necessario accelerare i tempi di erogazione. Alcune hanno già chiuso e altre potrebbero presto doverlo fare”.

Sono poi stati approvati con voto unanime tre ordini del giorno di sostegno alle donne iraniane e di condanna per la morte di Mahsa Amini, uccisa perché accusata di non indossare il velo secondo le direttive di legge vigenti in Iran.

Rossi, primo firmatario di uno degli Odg, ha rammentato che “la Polizia morale iraniana ha ucciso Mahsa: dobbiamo dire basta ai soprusi, basta alla violenza”. Alessandro Stecco (Lega) a sua volta presentatore di uno dei tre atti d'indirizzo in questo senso, ha chiarito che “la voce di questo luogo deve farsi sentire, non possiamo tacere nell’indifferenza. Non solo per Mahsa Amini, ma per tutte le donne iraniane che dal 1979 subiscono questo regime”. Il terzo Odg è stato presentato da Paolo Ruzzola (Fi), che ha argomentato: “Soltanto il fatto che si possa ancora morire per mano della polizia morale, per noi è impensabile. Che nel 2022 si uccidano le donne perché hanno indossato male un velo è inconcepibile”. In generale, è stato chiesto che gli atti di indirizzo del Cr Piemonte siano trasmessi al governo italiano e all’Ambasciata dell’Iran.

Sul punto sono intervenuti anche Silvana Accossato (Leu) e Alberto Preioni (Lega).

Comunicato stampa


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