Economia e lavoro - 05 ottobre 2022, 15:41

Casa di riposo Città di Asti: il commissario Pasino resta ancora 10 giorni per permettere ad Acer di presentare il progetto

Pasino: "Cercano di vedere se possono trattare con i fornitori". Intanto la politica si interroga. Canalis e Valle (PD regionale): "La Giunta Cirio come Ponzio Pilato, si agisca in fretta"

Il commissario Pasino al consiglio comunale aperto di settembre

Durante il Consiglio Comunale aperto sulla Casa di Riposo Città di Asti, il commissario, Mario Pasino, con la lettera di dimissioni per la Regione già pronta, aveva dichiarato che il 5 ottobre sarebbe stato il suo ultimo giorno.

Sono ore convulse per salvare la Rsa più grande del Piemonte tra appelli, riunioni, commissioni. Interpellato, il dottor Pasini che era arrivato nel 2021 per prendere la situazione "per il rotto della cuffia", sarà ancora al suo posto per una decina di giorni.

"Il tempo, spiega, per consentire ai proponenti di Acer, di presentare i progetti. Stanno cercando di vedere se possano trattare con i fornitori".

Si parla di 8 milioni di debiti, caldaie malfunzionanti, ospiti in calo. Una situazione che sta portando verso un declino inesorabile.

Sono intanto iniziate le procedure di mobilità per 14 dipendenti e i possibili acquirenti, Acer di Cuneo, dopo la defezione  degli astigiani Amalberto e Malabaila, sembrano ancora interessati all'acquisto.

La politica intanto cerca di comprendere quali possano essere le soluzioni per evitare le chiusura.

Grave che la Giunta Cirio si stia disinteressando della sorte della casa di riposo Città di Asti, che, con i suoi 315 posti letto autorizzati, è la seconda casa di riposo pubblica più grande d’Italia” dichiarano la vicesegretaria regionale PD Monica Canalis e il vice presidente del consiglio regionale Daniele Valle.

“Il debito di questa struttura ha superato gli 8 milioni di euro e sono iniziate le procedure di esubero per 14 dei 103 dipendenti diretti e della trentina di dipendenti indiretti impegnati nelle pulizie e infermieristica, senza peraltro alcun confronto con i sindacati. Il commissario ha annunciato le sue dimissioni se non fossero emerse proposte di subentro nella gestione e la candidatura della società Amos è ancora in sospeso. CGIL, CISL e UIL hanno proclamato uno sciopero per l’11 ottobre. Insomma, un quadro drammatico che richiederebbe una mediazione della Regione, anche in considerazione dei 120 posti letto convenzionati con il Sistema Sanitario Regionale.”

Oggi la maggioranza regionale ha rifiutato di discutere gli Ordini del Giorno delle minoranze, nè ha dato garanzie su un proprio contributo per modificare il modello di accoglienza, diversificare i servizi e chiedere un più alto numero di convenzioni sulle rette. Chiediamo alla Giunta Cirio di stare accanto ai lavoratori, agli ospiti e alle famiglie, dando garanzie, almeno parziali, sul debito, saturando i posti letto in convenzione e dando supporto per creare un polo multiservizi, integrato con la domiciliarità, con un’opzione di centro diurno e con ulteriori offerte sanitarie, come un hospice. Siamo rammaricati perché l'Ordine del giorno proposto è uguale a quello approvato dal comune di Asti. Di fronte a una emergenza di questa portata infatti, è importante agire in fretta e non dividersi per bandierine politiche”.


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