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Politica | 13 settembre 2022, 09:14

Casa di riposo Città di Asti: 24 giorni per tentare il salvataggio. La politica deve trovare una risposta

Ieri sera, nel consiglio comunale aperto, a Teatro Alfieri, odg della minoranza approvato all'unanimità ad esclusione di Fratelli d'Italia. Il commissario Pasino ha già inviato la lettera di dimissioni in Regione. Rasero: "C'è unità di intenti"

MerfePhoto

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Si sta per recitare il 'De profundis' della Casa di riposo Città di Asti? Cosa si sta facendo in concreto per evitare la chiusura della Rsa più grande del Piemonte?

Solo in teoria in realtà perché, attualmente, gli ospiti sono più che dimezzati, la struttura versa in gravi condizioni, la caldaia è vecchissima, cucina chiusa e fatiscente, aumento delle tariffe dell'80% e soprattutto un buco, anzi una voragine da 8 milioni.

Dopo aver affrontato al meglio per gli ospiti la pandemia, con pochissimi casi gravi, ci si è resi conto che così non si può assolutamente andare avanti.

La struttura, nata da donazioni e con una storia di tutto rispetto, rischia molto concretamente di diventare l'ennesimo enorme contenitore vuoto della città.

Cosa ne sarà dei dipendenti? Gli ospiti non soffriranno il trasferimento?

Ieri sera durante il Consiglio Comunale aperto, gli intervenuti hanno chiarito la (drammatica) situazione (LEGGI QUI) e sottolineato la preoccupazione dei 120 dipendenti e dei circa 150 ospiti.

Chiarissimo e amaro il commissario, Mario Pasino: "Al mio arrivo i conti erano drammatici. Otto milioni. Qualsiasi società chiuderebbe immediatamente. Malabaila e Amalberto hanno lasciato (era stato annunciato il loro interesse per l'acquisto ndr) ma Hacker (immobiliare di Cuneo) vorrebbe andare avanti. Io non voglio trascinare nessuno in un burrone. La struttura è pubblica ma se pensiamo di mantenerla pubblica possiamo trovare un altro al mio posto. La struttura ha fatto tanto per gli ospiti ma ora è stata letteralmente distrutta. Abbiamo una caldaia che in qualunque momento si può rompere. Le bollette del gas da 30mila euro al mese sono arrivate a 139mila euro. Il Covid ha ridotto gli ospiti. Ho detto ad Hacker che non vado oltre il 5 ottobre".

Videointervista

La politica

La minoranza ha presentato un ordine del giorno, discusso ieri sera dopo gli interventi.

"La Regione Piemonte avrebbe dovuto fungere da controllore dell'ex IPAB", chiosano i consiglieri che ricordano, quanto ribadito ieri sera dal segretario generale Cgil Luca Quagliotti e cioè che esiste già un accordo del 2006, mai applicato, in cui Regione, Asl, Comune di Asti e Asp, per la struttura prevede: 120 posti letto convenzionati, 150 per non autosufficienti, 34 Cas, 10 hospice.

Il consiglio comunale, all'unanimità, tranne Fratelli d'Italia, usciti "dall'aula"  ha deliberato di trasmettere alla Regione Piemonte richiesta ufficiale di assunzione di diversi impegni.

La richiesta è di attuare l'accordo del 2006, localizzando nella struttura una serie di servizi sanitari ad alto contenuto assistenziale, quali per esempio posti letto per Lungodegenza, hospice, stati neuro vegetativi, "di cui fra l’altro la provincia di Asti è sottodimensionata rispetto ai parametri regionali, al fine di rendere appetibile il salvataggio della struttura da parte dell’unico soggetto interessato attraverso un’offerta più alta".

La Regione si faccia garante degli 8 milioni

La Regione inoltre si dovrà fare garante degli 8 milioni di debito della struttura e dovrà tenere congelati i circa 120 posti “convenzionati” della struttura in attesa della prosecuzione delle trattative, in modo da fermare le pressioni di altri operatori del settore che potrebbero vedere nel fallimento della struttura la possibilità di ottenere nuovi posti convenzionati.

L'odg chiede di individuare la struttura quale sede di un piano di sviluppo dei servizi ad alto contenuto assistenziale, anche in partner con un privato, ad oggi molto carenti ad Asti, facendo attenzione a "non privatizzare, depauperare o creare concorrenza con i servizi già offerti dall’Asl AT".

Si chiede infine di istituire un tavolo permanente in cui siano presenti Regione, Asl, sigle sindacali, commissario della struttura, membri del consiglio comunale di Asti, Banca di Asti, Fondazione Ream e Fondazione Cassa di risparmio di Asti.

I commenti

"Avevamo già fatto, nel 2021, una proposta di acquisizione della struttura dalla Regione, con l'affidamento della gestione ad Amos, ma non era percorribile -  spiega Mauro Bosia (Uniti si può) - La Regione ha dato risposte troppo superficiali, Marrone ha detto cose condivisibili ma è troppo poco. Comunque l'Odg è stato votato da 28 consiglieri su 31, dato che i tempi sono troppo brevi non vogliamo solo parole, ma abbiamo dato un atto di indirizzo La politica si deve assumere le proprie responsabilità, magari prima del 25 settembre".

"Era il 2017 quando il M5S già evidenziò le criticità della struttura, spiega Massimo Cerruti (Movimento 5 Stelle), i cui conti non rendevano sostenibile nel medio termine il proseguimento delle attività. Fummo accusati di allarmismo. In quelle occasioni segnalammo che i contratti di appalto per l’erogazione di certi servizi, finalizzati a rendere variabile un costo fisso, nella realtà non raggiungevamo questo scopo. Evidenziavamo, infine, un ritardo nella trasformazione in azienda pubblica e poca trasparenza, per esempio sul sito dell’Ente i bilanci sono fermi al preventivo 2018, vanificando qualsiasi valutazione sullo stato dell’arte". 

"Perdere una struttura simile, di importanza strategica e di ineccepibile valore, sarebbe un grave colpo per il tessuto sociale della nostra città - continua -. Serve un tavolo di discussione con tutti gli attori in campo, anche se sappiamo che il sindaco non è abituato a dialogare, preferisce scegliere in autonomia. Non si pensi di sfruttare il fallimento della casa di riposo per realizzare speculazioni finanziarie".

Malinconico Michele Miravalle (PD): "C'è ancora molto da fare. Anzitutto provare a garantire l’enorme debito di 8 milioni di euro. È una strada tanto stretta quanto necessaria che la Regione, 'proprietaria' della struttura deve percorrere. Il consiglio comunale si è espresso all’unanimità per il salvataggio (solo i consiglieri di Fratelli d’Italia sono usciti dall’aula, contrariati). È certo impensabile che quel modello (con oltre 300 posti letto) sia ancora sostenibile e praticabile…e allora bisogna ripensare quegli spazi, immaginare che possano ospitare servizi sociosanitari e non, aperti alla città".

Il sindaco Rasero ha raccontato quanto fatto fino ad ora per tentare il salvataggio del Maina e, con quasi tutta la sua maggioranza ha approvato l'odg.

"Ho fatto i complimenti alla grande professionalità del commissario. Un altro al suo posto avrebbe gettato la spugna, il suo incarico è praticamente gratuito. Sono contento che abbiamo trovato l'unanimità. Ho fatto presente alla minoranza che c'erano alcune inesattezze nell'Odg e loro hanno modificato ma avremmo approvato comunque. C'è unità di intenti".

Betty Martinelli


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