Dopo l'opera postuma "Tiresia contro Edipo. Vite di un intellettuale disorganico" (Il melangolo), curata da Enea Bianchi, un nuovo lavoro sul grande filosofo astigiano Mario Perniola è stato da poco dato alle stampe.
Lo stesso Enea Bianchi, infatti, ha curato "The philosophy of Mario Perniola. From Aesthetics to Dandyism", edito da Bloomsbury.
Chi era Mario Perniola
Il 9 gennaio 2018 si spegneva a Roma Mario Perniola, filosofo astigiano di fama internazionale. Nato nella nostra città il 20 maggio 1941, figlio di Nicola- direttore della farmacia dell’Ospedale di Alessandria e di Olimpia, diplomata maestra, senza aver mai esercitato la professione, trascorse la sua infanzia nella casa di famiglia di via Pietro Micca e quella in corso Dante.
Allievo brillante e precoce di Luigi Pareyson, frequenta da subito gli ambienti intellettuali torinesi, che lo portano a cementare importanti amicizie, tra cui quelle con Umberto Eco e Gianni Vattimo. Teorico del concetto di transito, Perniola non si sentiva mai totalmente a casa, complice forse il suo continuo viaggio, filo rosso della sua carriera internazionale.
È sepolto a Nemi, un comune poco distante da Roma, con un epitaffio che sancisce la sua filosofia: “Neque hic vivus neque illic mortuus. Non qui vivo, non là morto”.
È stato professore ordinario di Estetica all’Università di Roma Tor Vergata, ha diretto il Centro di Studio e di Documentazione “Linguaggio e Pensiero” e la rivista di studi culturali “Agalma”, in collaborazione con la sorella Angì. Tra le sue pubblicazioni più importanti figurano Transiti, Del sentire, Il sex appeal dell’inorganico, L’arte espansa e molte altre. Perniola è stato anche autore di un romanzo, “Tiresia”, pubblicato nel 1968. Le sue opere sono state tradotte in moltissime lingue, anche orientali, a indicare la risonanza del suo pensiero.