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Attualità | 13 agosto 2022, 07:30

Viviamo in un posto che torna ad essere bellissimo

Si tornano a raccontare, dopo una breve sosta, imprevisti e probabilità di Asti e dell’Astigiano, con la rinnovata speranza possa servire a qualcosa

La tabella del classico Monopoli

Tutti avrete giocato almeno una volta a Monopoli, il più classico dei giochi da tavolo. Fu creato da tal Elizabeth Magie all'inizio del Novecento. Commercializzato in Italia dal 1936, con il nome Monopoli dalla Editrice Giochi.

Nel 2009, al cambio di proprietà della distribuzione italiana, la Hasbro introdusse il nome originale: Monopoly. Gioco che prende spunto dal concetto economico di monopolio, il dominio del mercato da parte di un singolo venditore, concetto che fuori dal gioco continua sempre più ad appesantirci vita e altro.

Gioco che sconsiglio vivamente per le nuove generazioni, in attesa la Hasbro ne modifichi i contenuti, mutuando teorie e concetti economici più vicini al sociale e ai tempi a venire, da auspicare ben diversi dal XX secolo. Magie, quale seguace dell'economista Henry George, aveva concepito il gioco come strumento didattico per sostenere la teoria dell'imposta unica.

Teoria che oggi, anche se nettamente rivista nei fondamentali, ha acquisito tanto di denominazione e ce la troviamo come tema di discussione e scelta per il voto del 25 settembre. Il gioco prevede la possibilità di pescare carte di Imprevisti e carte di Probabilità. Negli ultimi mesi credo di aver finito il mazzo degli Imprevisti e, anche per questo, una sosta di rubrica ci stava proprio. Nella logica però di voler sempre vedere il bicchiere mezzo pieno, ora tocca al mazzo delle Probabilità.

Probabilità quale opportunità di cogliere miglioramento e crescita, anche ad Asti, anche nell’Astigiano. Leggo allora la prima carta. Leggo il testo di quattro nuovi bandi regionali sul supporto ai costi di valorizzazione di archivi documentari e fotografici. Scadenza 30 settembre, con importanti percentuali di contributo per attività di conservazione, catalogazione e digitalizzazione di archivi, patrimoni documentali di interesse culturale, patrimoni bibliografici, per la valorizzazione e la promozione dei suddetti beni e per la loro esposizione.

Immaginate di avere il Codex Astensis digitalizzato, di poter raccontare online, suo tramite, l’incredibile storia di Asti, di far felici frotte di medievalisti dando nel contempo valore al tanto di quel bellissimo passato ancora presente in città e nell’Astesana, invitandoli a scoprirne l’antico fascino dal vivo.

Immaginate la fototeca comunale digitalizzata, prezioso patrimonio composto dagli oltre 130.000 fototipi custoditi dall’Archivio Storico Comunale, facilmente incrementabile con l’acquisizione di qualche altra chicca tipo l’archivio dei Franco. Immaginate una mostra più o meno stabile di foto di Asti e dell'Astigiano da metà Ottocento ad oggi a riportare turisti e visitatori nei luoghi rappresentati, a scoprire le eventuali differenze. Io non la vedrei niente male.

C'è poco da immaginare, c'è solo da sperare. Sperare che anche in Comune di Asti si siano letti i bandi e ci stiano lavorando, in collaborazione con Fondazione CRAT, tanto ci sono abituati, che due dei quattro sono rivolti agli enti privati.

Davide Palazzetti

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