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Al Direttore | 14 aprile 2022, 17:10

Briccarello risponde a Rasero: "Sindaco, Asti è su varie testate nazionali per omobitransfobia"

L'ex presidente di Asti Pride, Vittoria Briccarello, risponde alle dichiarazioni del sindaco , rilasciate nel corso di un'intervista da noi realizzata. "Ci vediamo il 16 luglio, se ti va di scendere in strada"

Vittoria Briccarello

Vittoria Briccarello

Riceviamo e pubblichiamo una nota stampa in cui Vittoria Briccarello (ex presidente di Asti Pride) risponde all'intervista, da noi realizzata, al sindaco Rasero.

No Maurizio Rasero, di fazioso c’è solo questa dichiarazione.

La prima volta il patrocinio è stato richiesto perché le istanze del doc. Politico sono e saranno sempre trasversali.

In caso non fosse chiaro ho tempo e pazienza per rispiegare il significato della parola, a distanza di tre anni.

Non ci auspicavamo una battaglia perché, in caso non si fosse ancora capito, la manifestazione esiste per ottenere diritti non riconosciuti, non per far litigare le persone tra di loro. Anche perché di battaglie, la comunità lgbtqia+ deve farne tutti i giorni.

Per ottenere quel patrocinio nel 2019 abbiamo buttato giù dei rospi, come il passaggio negato in piazza San Secondo per non turbare il salotto bene della città.

Il patrocinio non viene richiesto quest’anno per tre motivi:
1) non vogliamo venga strumentalizzato in campagna elettorale
2) Nessuno dei punti del doc. Politico che l’attuale amministrazione ha patrocinato nel 2019 è stato da voi portato a termine. Né accolto. Nemmeno ascoltato.
3) non ci avete manco fatto pulire e colorare un sottopasso in santa pace, e poi i faziosi saremmo noi? (Tra l’altro bello il bando che avete fatto…ah no, mai esistito).

Il patrocinio dev’essere simbolo di collaborazione e affinità di intenti, non un simbolino scevro di sostanza e valori.

Eppure pochi mesi fa, prendendoci un caffè insieme al bar Stregatto, invitata da te, avevo l’impressione che volessi collaborare sulla tematica dei diritti civili, almeno a parole.

Illusione.

Ovviamente nessuno fatto.

Ma Maurizio, lo sai che Asti durante la tua amministrazione è su varie testate nazionali per omobitransfobia?

Posso allegarti gli articoli.

Lo sai che non entrando nella rete Ready siamo fuori da una rete virtuosa e nazionale di prevenzione alla violenza?

Sulle modalità di comunicazione di quest’anno non ho dubbi che a breve, con limpidezze, le persone di riferimento avranno modo e tempo per illustrare a tutti la nostra continua voglia di comunicare, e i continui laconici mezzi rifiuti ricevuto.

Volevamo comunicare come sempre abbiamo fatto.

Eppure i nostri referenti del caso non siedono in comune, ma sono in questura.
E solo con loro dobbiamo interfacciarci.
Art.17 della Costituzione, io una letta gliela darei.

Abbiamo pazienza, da matti, siamo perseverant e resistent.
 
Ma non transigiamo più sul fatto che il Pride venga continuamente strumentalizzato per i vostri fini politici ed elettorali.
Non lo faccio io, che ne seguo le istanze da anni, non capisco perché dobbiate farlo voi.
Tra l’altro usandolo in un contesto in cui nessuno aveva posto domande a riguardo.
In fissa proprio.

A dimostrazione della trasversalità dell’associazione a cui fai chiaramente riferimento, che quest’anno collabora con Agedo Asti-Alba e Nuovi Diritti Cgil Asti, io mi sono rimessa dal ruolo. Onde evitare conflitti di interessi.
Di solito si fa così, mi pare.
Ci si dovrebbe dimettere dalle altre cariche, non per legge, ma per buon senso.

Ho letto le ordinanze inerenti al cavalcavia sull’albo pretorio, nello stesso modo in cui ho letto quelle relative al Giro d’Italia, nello stesso modo in cui l’hanno fatto i nostri tecnici di riferimento. E no, noi non abbiamo insistito, noi vogliamo solo che se c’è un divieto le cause siano tecniche e non faziose.

Noi siamo costituzional, onest ed educat. Ma non ci pieghiamo a nessuna prepotenza e mai lo faremo.

Era forse questo che intendevi con ‘prendo atto’ dopo il nostro comunicato inerente al tuo paragonare un uomo con la gonna a un ‘qualcosa di diverso’ se fatto non il 25 novembre?

In ogni caso ci sarà tempo e luogo per raccontare nel dettaglio come si è svolta tutta la trafila del percorso di quest’anno, siamo un libro aperto, grazie dell’occasione.

E poi, Maurizio, basta.
‘Gay Pride’ non lo chiama più nessuno.

Buona campagna
Ci vediamo il 16 luglio, se ti va di scendere in strada.

Vittoria Briccarello

Al direttore


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