Un dibattito acceso sul territorio da settimane. Sindaci, operatori turistici, osservatori, esperti, si confrontano sull'operazione che da 'Nero Monferrato' è passata a chiamarsi 'Oro Monferrato', dopo aver suscitato più di una perplessità.
Il progetto Il progetto, curato dall’Ente Turismo Langhe Monferrato Roero, finanziato dalla Regione Piemonte e sostenuto anche dal Gal Basso Monferrato Astigiano, coinvolge 47 Comuni del Nord Astigiano e nasce per rilanciare il territorio dell’Alto Astigiano, un’area da scoprire, ma sicuramente ricca di fascino ancora grezzo che, "come l’oro, ha un valore innato, autentico e unico".
Oggi scendono in campo anche i Tartuficoltori Associati Astigiani con una polemica nota.
"A noi - scrivono - questo progetto prima non piaceva per niente, adesso ci piace poco, quindi esponiamo le nostre perplessità pure cercando di essere propositivi.
"Il progetto per il Nord Astigiano valorizzerà poco il Nero"
I tartuficoltori lamentano il fatto che dei finanziamenti destinati alla “Valorizzazione del Tartufo Nero” così come era previsto nel Piano 2021 di attività per la valorizzazione del patrimonio tartufigeno regionale siano utilizzati per un progetto di posizionamento turistico o “marketing territoriale all’interno del quale il tartufo nero avrà ben poca importanza e visibilità. Se il progetto è a matrice turistica forse sarebbe stato più opportuno finanziarlo con voci di bilancio regionale dedicate al turismo e non utilizzando risorse derivanti dal pagamento delle tasse annuali versate dai tartufai".
Un'altra obiezione è che il progetto sia rivolto al Nord Astigiano nella quale, "salvo limitate porzioni di territorio, poche sono le tartufaie di nero scorzone e scarsa è la propensione dei tartufai alla cerca di tale prodotto (le tartufaie gestite dai nostri associati per meno del 2% sono vocate alla produzione del nero). Non siamo esperti di marketing turistico ma francamente non capiamo come si possa pensare di promuovere un territorio legandolo ad un prodotto che storicamente è di secondario interesse per tale area, sia per la limitata presenza di tartufaie vocate al nero sia per la scarsa e discontinua quantità di prodotto che i cercatori sono in grado di garantire".
Carbone (ente Turismo): "I 47 comuni non sono stati scelti a caso"
Spiega Mauro Carbone direttore dell'Ente Turismo Langhe Monferrato Roero. "Non c'è un dato su quanti tartufi vengano raccolti, è un po' complesso da reperire, la cosa che si può fare è valutare la propensione dei terreni alla produzione dei tartufi. I 47 comuni non sono stati scelti a caso, ma hanno vocazione alla produzione del tartufo. Abbiamo preso la cartografia e visto dove c'era la propensione lavorando su quel dato ufficiale come da bando.
Il nocciolo della questione, per i tartuficoltori, è la valorizzazione e promozione del Tartufo Bianco, presente nella zona, "valorizzazione - spiegano - attraverso la costituzione, gestione e tutela di tartufaie controllate nelle aree che esprimono in assoluto le migliori vocazioni agro-forestali ed ambientali alla produzione del Tartufo Bianco, ma anche conservazione del patrimonio forestale tartufigeno del Bianco mediante concessione di premi per il mantenimento delle piante nelle zone di libera cerca, senza dimenticare le fiere e manifestazioni che caratterizzano in maniera profonda l’identità tartufigena dei territori legando in maniera ormai indissolubile i nomi di molti nostri comuni al Tartufo Bianco".
"Il Piemonte fa scuola nel campo di promozione e tartufo, ci cercano ovunque"
"Che si faccia marketing territoriale e turismo - continua Carbone - non mi sembra che porti sfortuna al tartufo. Ci sono regioni dove non c'è promozione, possono chiedere lì come funziona. Ci cercano (in quanto Piemonte ndr) da tutta Europa per comprendere i meccanismi su come mettere insieme turismo e tartufo. Non ero abituato a sentirmi dire che mettere insieme promozione turistica e tartufo non va bene, mi sembra ci si sforzi per dire no a tutti i costi".
Ma i tartuficoltori associati astigiani, che hanno sede a Montiglio spiegano di non essere contrari alla promozione e valorizzazione del Tartufo Nero. "Siamo favorevoli e disponibili a lavorare su programmi di sviluppo dell’economia dei territori collegata al Tartufo Nero, perché ciò consentirebbe un ampliamento del periodo di raccolta e di offerta del prodotto tartufo fresco ed anche per valorizzare aree a minore vocazione per il tartufo bianco, ma anche per supportare diverse ed alternative proposte gastronomiche ed incentivare attività locali di lavorazione e vendita del prodotto trasformato. Progetti e programmi che a nostro avviso dovrebbero attivarsi sotto un marchio univoco per tutta la Regione".
Richieste e proposte
E chiedono di elaborare un disciplinare di produzione che inquadri sul piano tecnico le procedure agro-forestali da seguire nell’impianto e gestione delle tartufaie coltivate a Tartufi Neri, con indicazione delle aree a più specifica attitudine per tali produzioni, nel totale rispetto di quelle di elezione del Bianco pregiato.
Tra le richieste anche la promozione di una filiera di mercato di Nero che consenta la loro tracciabilità a colleghi tartufai, tartuficoltori, ditte locali di lavorazione e commercializzazione dei prodotti ed esercizi di ristorazione, assistenza tecnica all'impianto di nuove tartufaie con sostegni e investimenti. "Servono - scrivono i tartuficoltori - finanziamenti agli enti locali interessati alla promozione sul territorio di iniziative volte alla valorizzazione del Tartufo Nero tramite il coinvolgimento formativo di tutti gli attori della filiera. Speriamo che il progetto possa essere un primo tassello per una più globale valorizzazione di tale prodotto a livello regionale; convinti però che l’ ’Oro per i nostri territori continuerà ad essere il Tartufo Bianco".
"Richieste opportune, me si deve capire se lo si vuole o meno"
"Bisogna decidersi se il nero è il male assoluto o no, poi ci si attiva - conclude Carbone -. Le richieste sono assolutamente logiche e opportune ma si deve decidere se lo vogliamo o meno. Nel prossimo piano di sviluppo rurale, si spera ci siano azioni specifiche che vadano proprio in quel senso".