Sono ben 2.043 le aziende astigiane il cui fatturato 2020, primo anno di pandemia, è stato preso in considerazione ed elaborato da Consodata, azienda leader nel direct marketing operativa da ormai oltre 25 anni, per tramite del proprio portale www.reportaziende.it
Ma di queste oltre 2.000 sono ‘solo’ 62 quelle che hanno superato i 10 milioni di euro ed ancora molte meno, ovvero appena 2, quelle che hanno chiuso l’anno con un fatturato superiore i 100 milioni di euro.
Si tratta della “Conbipel” (198.173.862 euro) e del “Centro 3A” (111.287.215 euro, che ‘lievitano’ a 189.906.524 conteggiando anche il fatturato della “3A-Cooperativa Alimentaristi Associati”). Ma proprio le vicissitudini societarie dell’azienda fondata a Cocconato, commissariata nell’attesa di concretizzi un ennesimo passaggio di proprietà (tre le offerte al vaglio), evidenzia la necessità di guardare a questi numeri più come a curiosità che non a indicazioni dello ‘stato di salute’ delle aziende citate.
Ciò premesso, le due aziende condividono ‘il podio’ di questa particolare classifica con la “Arol”, azienda enomeccanica di Canelli che ha chiuso l’anno con un fatturato di 83.532.273 euro.
Non conteggiando gli oltre 78 milioni della 3A, già calcolati in precedenza, troviamo quindi le concessionarie automobilistiche “Errebi” con poco più di 77 milioni di euro; l’azienda baldichierese di macellazione animali “Al.Pi.” con 67 milioni; quindi “TSG Italia”, operante nella fornitura, manutenzione e costruzione di attrezzature per stazioni di servizio (61 milioni); “Astidental” che commercializza prodotti e attrezzature per medici dentisti, odontoiatri e odontotecnici (58 milioni); la canellese “Fratelli Gancia” (52 milioni); l’azienda vinicola cooperativa “Araldica Castelvero” che ha sede a Castel Boglione e ha fatturato 51 milioni.
Chiude l’elenco delle prime 10 – tali, come già scritto sommando i fatturati delle due realtà facenti capo al gruppo 3A – la “Valbormida” di Bubbio, che realizza stampaggi a caldo e il cui titolare, nel gennaio 2017, aveva lanciato un grido d’allarme paventando il rischio di dover chiudere gli stabilimenti.