L’Ente Turismo Langhe Monferrato Roero ha vinto un bando regionale di circa 59mila euro per la promozione dell’area dell’Alto Astigiano che racchiude 47 Comuni.
Il bando regionale fatto dal turismo, ma partendo da risorse di Mondo tartufo, vincola le sue azioni alle aree che, secondo la cartografia del tartufo elaborata da Ipla che definisce le aree a vocazione tartufigena, avevano vocazione per il tartufo nero estivo e secondo Ipla sono, appunto, 47.
Un prodotto non banale, presente nelle carte di molti ristoranti
Una valorizzazione di un prodotto del territorio che promuoverebbe un’area e potrebbe dare delle opportunità su un prodotto tutt’altro che banale e nelle carte di diversi ristoranti.
Ma, dopo una riunione riservata su questo progetto che porterebbe il nome “Nero Monferrato (ma il nome è ancora al vaglio), è nata una polemica da parte di alcuni sindaci contrari e personalità che gravitano intorno al mondo del turismo, perché farebbe sentire l’Astigiano, terra del prezioso Bianco, di serie B rispetto ai cugini albesi che peraltro si riforniscono (anche) nei nostri territori. Senza contare che nell’Astigiano sono diverse le Fiere nazionali, sotto il ‘cappello’ del tartufo bianco
Una divisione- frattura con Alba, come la vuole vedere qualcuno, un’operazione di marketing di un comunque ottimo prodotto del territorio? A cercare di fare chiarezza è Mauro Carbone direttore dell’Ente Turismo Langhe Monferrato Roero.
Si tratta di valorizzare le peculiarità di un territorio per renderlo più attrattivo
“I tartufi - rimarca - si vendono da soli, e sono sempre meno di quelli che il mercato richiede, le attività fatte per il tartufo non sono messe in piedi certo per venderlo. Quasi tutti i ristoranti comunque hanno in carta, d’estate, piatti di tartufo nero, per cui mi sembra tutt’altro che disastroso puntare su questo prodotto. La critica gastronomica non lo sostiene e nemmeno l’alta ristorazione, è vero, lo abbiamo sempre detto, ma dal primo giorno in cui si è parlato di questo bando il sindaco di Asti, Maurizio Rasero (nel cda dell’Ente Turismo come rappresentante territoriale ndr), ha sempre insistito, secondo me giustamente, sulle peculiarità del territorio, cercando eventuali criticità da superare. Il Nord Astigiano non è la zona dove il turismo si è sviluppato di più, c’è poca imprenditoria, la densità turistica è più bassa che in altre zone e abbiamo pensato di rendere più appetibile la zona per attrarre turismo e nuovi investimenti”.
Filiera pubblica e privata insieme per la visibilità del territorio
Una zona che ha dalla sua una grande sostenibilità con ampi spazi, verde, vivibilità totale e, continua Carbone “abbiamo pensato di incentivare la promozione del tuber estivum, movimentando la zona. Abbiamo messo il nome sul progetto Nero Monferrato ma non crollerei su questo. Non è il nome che fa scegliere i turisti”.
L’idea, conferma il direttore dell’Ente Turismo è quella di mettere insieme filiera pubblica e privata per ragionare su come dare visibilità ad un territorio che ha ampie possibilità rispetto a quelle che sta esprimendo. “Si deve trasmettere che questo è un posto dove si vive bene e c’è umanizzazione del territorio. Non certo vendere un tartufo in più o in meno”.
Polemiche al vetriolo
Le polemiche in questi giorni si sono sprecate. Dimitri Tasso, sindaco di Montiglio Monferrato con un post su Facebook, ai augura una non divisione dei territori e scrive: “A seguito di un confronto che mi ha visto partecipe, come comune sede di Fiera Nazionale del Tartufo, mi preme precisare che, salvo clamorose smentite dell’ultimo minuto, l’orientamento è ormai per l’abbandono di un nome nato male. Personalmente trovo vincente Oro Monferrato che richiama, oltre ai tartufi intesi come pepite, anche il bel progetto dei presepi e il bagaglio artistico che abbiamo. Molto interessante è il possibile coinvolgimento del Gal BMA sullo sviluppo di un progetto di promozione che, mantenendo l’obiettivo di valorizzare il turismo estivo, accompagni la stagione del tartufo fino al periodo invernale puntando anche sulle suggestioni della Cerca del tartufo indipendentemente dal colore. L’auspicio è quello di non dividere i territori, ma accomunarli nella ricerca di occasioni di sviluppo. Spero che le nostre aree vengano promosse per le eccellenze e non siano utilizzate solo per fare sperimentazioni di brand”.
Astigiani e Monferrini
Il sindaco torna sulla distinzione tra Monferrato e Astigiano. “Il Monferrato – scrive - sta vivendo un momento di rivalutazione e non credo oltretutto che debba essere alternativo alla denominazione Astigiano. Sono orgoglioso di essere Monferrino ( il castello di Montiglio ha subito ben tre assedi dagli astigiani a dirla tutta) essendo nato al di qua del Versa, ma altrettanto di essere Astigiano anche se prima del 1935 eravamo Alessandrini (come peraltro gli Astigiani dal 1859). Non credo che ai turisti interessino questi distinguo. Se cercano il Monferrato noi ci siamo. Se amano l’Astigiano anche. E così via sui fossili, sul gesso, sul Romanico, è molto altro ancora. Il problema è far sì che le attività presenti ci credano, che si incentivi l’apertura dei castelli e chi vuole investire. Dividendoci su questi temi non rendiamo onore al nostro territorio.”
Sull’operazione si sono espressi anche Andrea e Carlo Cerrato, padre e figlio, il primo ex assessore al Turismo e presidente di Sistema Monferrato, il secondo, già presidente dell’Atl di Asti. Dice Andrea: “Nero Monferrato è un progetto inaccettabile per gli operatori della filiera turistica perché punta a posizionare il Monferrato su un mercato di serie B, cancellando quella storia e tradizione che già in passato non abbiamo saputo valorizzare. NeroMonferrato è un progetto che non ha senso, ancora di più oggi che la cavatura del tartufo è stata riconosciuta un patrimonio Unesco. Se accettiamo questo progetto non sono gli altri più bravi, siamo noi ancora una volta poco attenti e sensibili.
Terre Fiere del tartufo?
E lancia una sua proposta: “Terre Fiere del Tartufo è la nostra risposta. Una narrazione di comunità e di persone fiere della propria terra, ma anche un racconto dei luoghi che ospitano le fiere del tartufo; quelle locali, regionali, nazionali ed internazionali, tutte con la stessa dignità e opportunità”.
Un problema di identità? Getta benzina sul fuoco Carlo Cerrato che, con l’abituale stile tranchant afferma: “Occhio all'imbroglio. Ai danni dei nostri paesi e dello stesso territorio di Asti, storicamente vocati alla produzione di tartufi bianchi di ottima qualità, si sta consumando una subdola e dannosa operazione di dequalificazione spacciata per marketing e riposizionamento turistico. Regione e Alba stanno tentando di associare il nome di Monferrato al tartufo nero per liberare definitivamente il campo alla propaganda, pagata anche da noi, al bianco incentrata da trent'anni su Alba, anche se le ricerche scientifiche dicono che le nostre terre sono vocate come e forse più di quelle ( fonte cartografia Ipla) alla produzione del tartufo bianco. Mi auguro che gli amministratori locali aprano gli occhi e comprendano che sotto i pochi spiccioli fatti balenare si nasconde una polpetta avvelenata. Spero che i Sindaci si ribellino in massa a tutela del buon nome dei nostri territori. Se fossi ancora sindaco di Portacomaro, paese di grande tradizione e memoria di mitici trifulau, non avrei dubbi. Si parla di Langhe-Roero e Monferrato spesso a sproposito. Nel caso del tartufo nero no. Chissà perché vogliono abbinarlo al nome Monferrato. Sveglia”.
Pochi i sindaci contrari
È il sindaco di Montechiaro, Paolo Luzi a ribadire che sono pochi i sindaci contrari. “Ho preso le distanze dal progetto e dal suo nome. La maggioranza ha detto si senza sapere cosa ci sta scritto nel progetto. La cosa più strana è che il progetto sia stato presentato entro il 30/12/2021 perché questa era la scadenza del Bando regionale dedicato agli ATL piemontesi e pur essendo quello definitivo si son presentati in riunione senza distribuirlo. Ora vengo anche a sapere che è stato registrato un dominio. È partita una richiesta di accesso agli atti per ottenere in toto la documentazione relativa al progetto poi magari ne parleremo anche con i Comuni del Monferrato Casalese e Alessandrino”
Lanfranco: "Serve approfondimento"
“La questione è complessa – commenta il presidente della Provincia Paolo Lanfranco - e va affrontata con quella capacità di approfondimento che i social non consentono e che la politica ha definitivamente sacrificato sull'altare del consenso facile. Mi convinco sempre di più che aver gettato le Province nelle condizioni di non poter operare, forti di quel bagaglio di azioni e di conoscenze che avevano maturato sul campo per decenni, tenendo i piedi per terra, sia stato un disastro di cui ancora non ci si accorge appieno. Essersi illusi che la politica fosse da demolire ha portato a questi risultati: contrapposizione costante, superficialità nell'analisi e nella proposta, conseguente inefficacia delle politiche pubbliche”.
La prossima settimana ci sarà un nuovo incontro tra Ente Turismo e tutti i sindaci dell’area.