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Sanità | 27 gennaio 2022, 12:39

Il Nursind torna in piazza: "Non siamo eroi, ma professionisti e vogliamo ciò che ci spetta" [VIDEO]

Il sindacato delle professioni infermieristiche protesta "contro una politica che non ha mantenuto nessuna delle promesse fatte"

Gabriele Montana, Segretario Territoriale Nursind

Gabriele Montana, Segretario Territoriale Nursind

“Ci dispiace molto per gli inevitabili disagi che comporterà per l’utenza, che ci è sempre stata vicina dimostrando il proprio supporto e affetto, ma siamo professionisti che vogliono vengano riconosciute le proprie competenze e conoscenze. Per questo, in risposta a una politica che non ha mai mantenuto le promesse fatte davanti alle telecamere, domani mattina scenderemo in piazza”.

Nello specifico, nella torinese piazza Castello, dove gli infermieri del Nursind si ritroveranno alle 10.30 di domani, venerdì 28 gennaio, per tornare a far sentire la propria voce e rivendicare i propri diritti.

Molteplici le ragioni della protesta, sintetizzate in un “manifesto” di cinque punti:

  1. Il governo Draghi non ha ritenuto di dare alcun segnale di vicinanza agli operatori sanitari (infermieri, ostetriche, OSS, professionisti sanitari), erogando già da questo mese le risorse stanziate a dicembre 2020. Il personale medico già da un anno ha giustamente ricevuto mezzo miliardo di euro, il restante personale sanitario e sociosanitario ancora nulla. Siamo i più esposti, garantiamo l’assistenza nelle 24 ore e siamo trattati come figli di un dio minore.

  2. Le condizioni di lavoro sono diventate inaccettabili: spostamenti continui e improvvisi di reparto, ferie bloccate, nessun affiancamento per i neoassunti, montagne di ore di straordinario non pagato, nessuna quarantena per i contatti stretti, sempre sotto-organico, richiamati continuamente in servizio, i più colpiti dalla pandemia, i primi per i quali è stato deciso l’obbligo della vaccinazione per lavorare. Non abbiamo vita al di fuori del lavoro.

  3. Abbiamo gli stipendi tra i più bassi d’Europa. In Italia il lavoro è da laureati mentre la paga è da diplomati.

  4. Il peso della responsabilità che poggia sulle nostre spalle è sempre più gravoso. Andiamo al lavoro sapendo di stare fianco a fianco tutti i giorni con la morte. Ci sobbarchiamo a nostre spese l’assicurazione, la formazione e l’iscrizione all’ordine professionale. Non siamo eroi, siamo professionisti e rispondiamo direttamente per ciò che facciamo o non facciamo, ma nulla ci è riconosciuto rispetto a chi non ha le nostre stesse responsabilità e le nostre stesse angosce. Gli applausi e le pacche sulle spalle non ci aiutano ad arrivare a fine mese.

  5. La nostra professione è così svalutata che sono pochi a volerla intraprendere e sono molti invece quelli che si sono stancati e l’abbandonano. Gli infermieri sono una risorsa rara. E non solo in Italia. Talmente ambiti che anche quelli formati dalle nostre università migrano all’estero, attratti da condizioni di lavoro migliori e stipendi più alti.

Parteciperanno alla manifestazione anche molti infermieri astigiani, pertanto abbiamo incontrato Gabriele Montana, Segretario Territoriale del Nursind, per fare con lui un punto della situazione, sia nazionale che nella specifica realtà del Cardinal Massaia.

 

Redazione

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