Green - 29 novembre 2021, 19:10

Raccolta di rifiuti verticale, i consiglieri Bosia e Malandrone: "Più che ecoisole, sarà un arcipelago di rifiuti abbandonati"

I consiglieri in conferenza stampa questa sera hanno elencato le criticità del nuovo sistema di raccolta rifiuti che dovrebbe partire in primavera. "Si torna indietro anni luce e si perderanno posti di lavoro"

Il modello cosiddetto "verticale" di raccolta dei rifiuti recentemente approvato non convince i consiglieri Michele Anselmo e Mauro Bosia (Uniti si può), ma nemmeno Mario Malandrone (Ambiente Asti), che questa sera ne hanno elencato le criticità nel corso di una conferenza stampa alla Casa del Popolo. 

Il nuovo sistema dovrebbe partire in primavera, nella parte sud della città, per 11 mila residenti: quartiere di corso Alba, zona corso Venezia, corso Savona, via Torchio, San Fedele. 

Nei giorni scorsi era stata presentata un'interpellanza all'Amministrazione. I consiglieri sono convinti che il modello verticale non sia altro che un ricordo dal sapore antico e, sicuramente, non una scelta ecologica. 

Asti torna indietro?

"Asti ha preso delle decisioni che la fanno tornare indietro di anni - puntualizza Bosia - e non ci si può nascondere dietro a un dito. Prima Asti è stata pioniera in Italia su questo aspetto e ora non più".

Un tema, quello della raccolta differenziata e degli ultimi aggiornamenti, che ha visto negli ultimi giorni nascere diverse polemiche, soprattutto con l'assessore all'Ambiente e al Bilancio, Renato Berzano.

"L'assessore ci ha accusati di aver mosso un attacco politico - spiega ancora Bosia - e di non aver partecipato a quella riunione. È stato uno scivolone, ma tanto il nostro parere non verrebbe preso in considerazione".

"Più che isole ecologiche, un arcipelago di rifiuti"

Dello stesso avviso anche il consigliere di Ambiente Asti, Malandrone.

"Ci saranno oltre 400 isole ecologiche (eco-isole) in città - commenta - ma più che isole dovremmo parlare di un arcipelago di rifiuti e siamo preoccupati. Dove viene adottato questo sistema di raccolta, infatti, si registrano tanti abbandoni a lato o da altre parte (come nella zona di San Salvario a Torino)".

Le linee guida regionali sulla raccolta puntuale

E oltre al rischio di abbandono incondizionato dei rifiuti da parte della cittadinanza (soprattutto per i non possessori della card che darebbe accesso alle isole ecologiche), a detta dei consiglieri questo sistema verticale di raccolta non sarebbe citato nemmeno nelle linee guida regionali sulla raccolta puntuale.

"O meglio - aggiungono - viene sconsigliato, se non in casi di città particolarmente turistiche o che registrano un importante afflusso di visitatori. Questo non è un modello nè ecologico nè virtuoso".

La Tari

La domanda che si fanno i consiglieri è, in fondo, questa: perché tornare indietro al sistema dei cassonetti, dopo anni di porta a porta?

"Si tratta di un investimento di 6 milioni - commentano - ma dovrà pur essere in qualche modo ammortizzato. Come? La Tari diminuirà davvero? Intanto nel bilancio di previsione di quest’anno la Tari non è cambiata. Sono scelte strane che fanno capire che la mentalità di questa amministrazione non è mai cambiata, nonostante si parli ogni giorno di transizione ecologica". 

L'input esterno

A detta del consigliere Bosia, si tratterebbe di una scelta dettata da un qualche input esterno.

"Si parla di un investimento di 6 milioni di euro - aggiunge - in assenza del piano industriale di Asp: come è possibile che un’azienda che non ha ancora deciso cosa fare si ritrovi a prendere un impegno di questo tipo? Ancora una volta forse c’è stato forse un input esterno? Magari torinese?".

Il problema occupazionale

Giovanni Pensabene (associazione A Sinistra), definisce questa scelta "pesante" e pone l'accento sul problema dell'occupazione, insieme a Bruno Bego.

"Questo sistema se ha un risparmio lo ha tagliando personale - commentano - Col porta a porta lavoravano 87 persone in più senza aggravio all’utenza. Voleva dire aver creato 87 posti di lavoro in più senza pesare sulle tasche degli astigiani. Si tratta di una scelta che crea conseguenze sul lato occupazionale, ma... cui prodest?". 


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