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Cultura e tempo libero | 18 marzo 2021, 18:00

Comunità Astesana: il futuro è nel liberarsi dalle vecchie idee

Il tanto sentire e leggere di pensieri per rimettere in carreggiata il nostro territorio, obbligano a ricordare vecchie, ma sagge parole a caccia di idee

Idee nuove, storie vecchie

Idee nuove, storie vecchie

L’importante non è concepire idee nuove, ma liberarsi delle vecchie che si annidano in ogni angolo della mente. Lo affermava, nel 1925, John Maynard Keynes, noto economista britannico, padre della macroeconomia e considerato il più influente del XX secolo. La vera forza, il coraggio, e gli sforzi progettuali indispensabili in momenti come quelli in cui ci troviamo, stanno proprio lì: scenari nuovi e inesplorati.

Il teatrino a cui stiamo assistendo dalle nostre parti, sempre e comunque filtrato da comunicati stampa, conferenze stampa in dad ed interviste esclusive, sul futuro della nostra Comunità, sembra magnificamente tener conto delle sagge parole di Keynes. Lo fa considerando il lasso temporale, quasi cento anni, trascorso tra parole e necessità d’azione. Lo fa liberandosi delle vecchie affermazioni di un economista, d’altra parte ormai scomparso da tempo. Lo fa ancorandosi a certezze, necessità e progetti fermi da decenni con idee nuove tanto quanto i loro relatori. E allora, per rimettere in carreggiata l’Astigiano continuiamo a leggere di spazi ed atti, progetti spolverati e rimessi a nuovo molte volte negli ultimi tempi.

Qualcosa di nuovo, almeno nella forma di tanto in tanto esce. Tipo il coworking aziendale accennato ieri da tre sigle sindacali. Altrove li chiamano incubatori e li caratterizzano su settori specifici con ricerca e servizi specialistici a corollario, ma va bene così. Molto invece, vecchio o nuovo che sia nel pensiero, ha nelle intenzioni il dare valore al nostro patrimonio culturale. Cultura nella Cittadella del capoluogo, cultura e formazione a servizio di enomeccanica e filiera del vino, cultura e turismo con un nuovo centro congressuale. Proposta, quella del turismo congressuale che essendo del settore e conoscendone bene le tristi evoluzioni e prospettive, mi lascia un po’ stupito, ma sempre spazio culturale è. In mezzo a tutte ‘ste proposte, richieste e parole, crepa se qualcuno sia andato per strada a chiedere: di cosa hai bisogno? Qualcuno che si sia fatto due chiacchiere con qualche decina o ancor meglio centinaio di imprenditori, artigiani e commercianti, a fare anche a loro la stessa domanda. In una comunità la partecipazione è indispensabile strumento per rinascita prima sociale, della serie tutti assieme appassionatamente, e poi economica. Senza coinvolgere le collettività locali nello spirito di partecipare per crescere, qualsiasi pensiero, progetto, azione rischia di perdere pezzi ed opportunità rifinendo nella polvere.

Davide Palazzetti

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