Cultura e tempo libero - 11 febbraio 2021, 16:45

Comunità Astesana: sviluppo e partecipazione passano dalla cultura

Oggi riproponiamo le recenti parole del presidente della Consulta sul valore della cultura perché bellissime, nella speranza si rivedano scelte non sempre in linea

Giancarlo Coraggio, presidente della Consulta

Giancarlo Coraggio, dallo scorso dicembre, è il presidente della Consulta, denominazione comune della Corte Costituzionale. Lunedì scorso ha scelto di esortare l’Italia a ripartire dalla cultura. Varrà pochissimo il mio commento, ma pur non avendo l’onore di una qualche conoscenza, gli voglio bene. Perfetto nel tema e nella tempistica.

Napoletano, tre figli, procuratore legale nel 1963, magistrato dal '65, giudice ordinario, dal 1965 al 1969, poi sostituto procuratore generale della Corte dei Conti, fino al 1973, Consigliere di Stato, presidente del Tar Marche e di quello della Campania, giudice sportivo e presidente, dal 2007 al 2012, della Corte di giustizia della federazione gioco calcio, nel 2012 al vertice del Consiglio di Stato e dall’anno successivo giudice costituzionale. Bella faccia, aperta, schietta e una magnifica disattenzione allo sbarbarsi quotidianamente.

La cultura è uno dei principi fondamentali della Costituzione, sancito dall’articolo 9. In Assemblea costituente, Concetto Marchesi (accademico, latinista, rettore dell’Università di Padova, vivace antifascista, presidente della Commissione istruzione e belle arti e deputato della Costituente. N.d.R ), relatore di quell’articolo, sostenne, che non esiste funzione nazionale e sociale più alta di quella che provvede all’educazione ed elevazione del popolo e assicura pertanto l’unità della nazione. Eppure, oggi la cultura è in sofferenza, come e più degli altri aspetti della nostra vita sociale. È in sofferenza, non solo la scuola, l’istituzione chiamata dalla Costituzione a produrre cultura nei confronti dei più giovani, ma anche la musica, il teatro, il cinema, l’arte; insomma tutte quelle attività che rappresentano il nutrimento culturale di una comunità composta da cittadini consapevoli dei propri diritti e doveri e in grado di partecipare attivamente alla vita pubblica. Difatti, anche attraverso la cultura la Repubblica deve garantire il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione dei cittadini alla vita del Paese, come stabilisce il principio di uguaglianza sostanziale dell’articolo 3 della Carta. La cultura è quindi un diritto della persona ma anche un dovere della Repubblica. E, non meno che nel dopoguerra, oggi ha un ruolo centrale: può e deve essere il volano di una nuova ricostruzione. Che dire più che bellissimo.

Non soddisfatto di sole parole d’esortazione a mezzo stampa, da domani ci unirà qualche fatto, uscendo simbolicamente dal palazzo in piazza del Quirinale per riproporre la fondamentale importanza della nostra Costituzione. Da venerdì 12 febbraio, con cadenza settimanale, parte una serie di podcast intitolata Incontri, con perno nella cultura. Venti minuti di confronto tra un esponente del mondo culturale e un giudice della Consulta. Podcast da seguire sulla pagina Libreria del sito della Corte, su Spreaker e Spotify o sul portale della Treccani. Prima accoppiata: Mieli-Coraggio. Poi l’attrice Monica Guerritore, in dialogo con Giuliano Amato su Arte, scienza e informazione; Carofiglio con la giudice Silvana Sciarra, su Gentilezza, ascolto e coraggio nel discorso pubblico e in quello costituzionale. E così via per altre ventiquattro settimane. Tante coppie, a sviluppare il tema e le sue grandi valenze per tutti. Bravissimi.

Davide Palazzetti