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In Breve

| 31 gennaio 2021, 09:00

In un mondo di libri: recensione di "Epidemie in Piemonte" e "Roghi ed eresie in Piemonte"

Approfondimento mensile dedicato a penne astigiane e piemontesi. Oggi l'analisi di due testi, frutto dell'incontro di più mani

Libri di eresie e roghi epidemie in Piemonte

Ph @leggendoatestaalta

Epidemie, roghi, eresie. Insomma, come avrete capito questo mese sono di buonumore. L'anno appena passato ha avuto un unico e indiscusso protagonista: il Covid19. Se ne è parlato ovunque, ci ha spaventati, inorriditi, turbati. Abbiamo fronteggiato qualcosa di invisibile e più grande di noi. Si sono spesi fiumi d'inchiostro (e di parole) per spiegare, dare linee guida, offrire suggerimenti, valutare rischi. La parola più cercata su Google è stata "Coronavirus"; "pandemia" quella più cercata su Treccani. La paura della fine, della fame, della malattia, inducono a cercare risposte e anche la letteratura ne è stata protagonista, travolta, stravolta e chiamata in causa per descrivere al mondo una nuova realtà; proprio quelle che pensavamo scongiurate da secoli ci sono parse vicine, nitidissime. Eppure ci hanno spiegato in lungo e in largo che le epidemie sono sempre esistite, che la paura per ciò che ci è ignoto è una risposta ricorrente dell'essere umano in momenti di crisi globale. 

Nella storia delle pandemie è fondamentale il concetto di estraneo, esterno: chiunque può risultare avversario, alieno, lupo. La malattia che spaventa e stermina la popolazione è sicuramente il risultato di altri luoghi, proviene da altri mondi, non può essere cosa nostra. Ed è da qui che una manciata di autori piemontesi (Gianvittorio Avondo, Gianbattista Aimino, Pino Moretti) parte per sfatare miti, raccontare ed esorcizzare le paure, scongiurare nefasti scenari.  Il virus è alle porte e riguarda anche i nostri territori.

I tre autori illustrano al lettore i modi in cui, le malattie, non hanno solo influenzato la scienza medica e la salute, ma hanno cambiato l'assetto storico delle società che ne sono state protagoniste. La peculiarità di questo saggio è quella di raccontare in chiave divulgativa le vicende legate al territorio piemontese. Il volume (circa 150 pagine) è destinato a un pubblico eterogeneo, tutti possono leggerlo e comprenderne il significato. L'abilità, si sa, sta nello spiegare cose difficili in modo semplice. La peste di Manzoni del 1630, ad esempio: quella narrata da Manzoni ne "I Promessi Sposi", ma anche nel bellissimo - e purtroppo a mio avviso minimizzato – “Storia della colonna infame”, vero finale del romanzo. In quel caso veniva narrato l'intentato processo contro due presunti untori, ritenuti responsabili del contagio di peste in seguito a un'accusa infondata. Insomma, non una storia così lontana dal presente. No? Un altro esempio è rappresentato dall'epidemia di febbre spagnola che uccise, un secolo fa, tra il 1918 e il 1920, milioni di persone nel mondo. Il 1973 vi dice qualcosa? Sì, è l'anno del colera a Napoli. 

Nel libro ho trovato avvincenti anche le parti dal taglio più scientifico (fra gli scrittori c'è un medico) che spiega come malaria, tifo e tubercolosi, non siano considerate malattie epidemiche, ma ugualmente e impetuosamente feroci. Il libro è pubblicato da "Edizioni del Capricorno", casa editrice indipendente di Torino che da più di venticinque anni si concentra sullo studio, la ricerca e la valorizzazione degli aspetti più nascosti e inusuali del patrimonio culturale e storico dei territori in cui viviamo. Avete presente tutte quelle belle guide spesso allegato al quotidiano "La Stampa" che descrivono valli, castelli, tradizioni e percorsi del Piemonte? Ecco, stiamo parlando esattamente di quei testi. Non a caso due degli autori artefici di "Epidemie in Piemonte" uniscono la loro forza ispiratrice a quella di Angelo Arata, per parlare dei movimenti ereticali di cui il Piemonte è stato protagonista. Dai Catari di Monforte d'Alba agli Apostolici di Fra Dolcino nel Biellese, dalla parabola degli Umiliati alessandrini all'eresia Valdese, questo libro indaga l'appassionante vicenda delle dissidenze religiose piemontesi. Storie di persecuzioni, di processi e roghi e, di nuovo, di paura verso l'Altro: vampireschi uomini dalla pelle scura, angeli giustizieri, ebrei cannibali.

E naturalmente le streghe, donne che portano malattie (ancora!), incanti, sortilegi e malefici. Il capitolo dedicato alle vicende della stregoneria, della magia e della loro repressione si concentra in particolare tra Langhe e Monferrato alessandrino, in quei territori di transizione fra Mediterraneo e Nord Europa, in cui spesso le "streghe" diventavano il capro espiatorio di lotte politiche e crisi economiche. Leggendo "Roghi ed eresie in Piemonte" mi è tornato in mente il bellissimo romanzo "La chimera" di Sebastiano Vassalli che ambientava la storia di Antonia a Zardino, un piccolo borgo immerso tra le nebbie e le risaie a sud del Monte Rosa. 

Le streghe, e spesso anche gli ebrei di cui molto si è parlato in questi giorni in occasione della Giornata della Memoria, sono stati per molto tempo capro espiatorio delle varie pesti che l'umanità ha fronteggiato. Consiglio di leggere i due volumi insieme, senza un ordine preciso. Entrambi esplorano territori a noi molto conosciuti e ci sono non pochi punti di contatto fra le materie trattate. Di fronte a un'emergenza inimmaginabile come quella del Covid-19, questi libri hanno provato a chiamare all'appello le forze della letteratura per testimoniare l'impotenza e la fragilità dell'uomo che nessun progresso sembra poter modificare. La narrazione, l'arte e la conoscenza possono però avviare un cambiamento della nostra visione del mondo. Buona lettura.   

Epidemie in Piemonte. Una storia lunga quattro secoli (p. 160, 2020)

di Gianbattista Aimino, Gian Vittorio Avondo, Pino Moretti 

Roghi ed eresie in Piemonte (p. 170, 2020)

di Gianbattista Aimino, Angelo Arata, Gian Vittorio Avondo

Chi è Paride Candelaresi

Appassionato di musica, letteratura e storia ebraica. Iscritto alla Facoltà di Giurisprudenza, gestisco la mia attività fra mille interessi.
Attualmente consigliere comunale e Presidente della Commissione Cultura del Comune di Asti.
Collaboro con le case editrici: fotografo e recensisco libri di autori piemontesi. La mia citazione preferita è "Colui che dominava gli odori, dominava il cuore degli uomini" (Il profumo, Patrick Süskind).
Lettore compulsivo e Instagram addicted.

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Paride Candelaresi

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