Si chiama Milena Anfosso, ha 32 anni ed è originaria di Coazzolo, un piccolo paesino dell'Astigiano che all'incirca conta 300 abitanti.
Milena è un'ellenista specializzata nei rapporti socio-linguistici tra Greci e popolazioni anatoliche e da molto tempo, ormai, vive in giro per il mondo per far conoscere le sue teorie.
Attualmente Milena vive a Los Angeles, da oltre 4 anni, e collabora con Harvard.
Un'astigiana doc è entrata nell'olimpo del mondo accedemico mondiale, ma il suo primo approccio con questo grande ecosistema di cervelli non è stato proprio idilliaco.
All'università di Torino il prof le diede della "ragazzetta biondo platino"
"All'università di Torino un mio professore mi diede della ragazzetta biondo platino. A vedermi mi avrebbe dato 21, 22 al massimo. Invece, mi diede la lode. Il mondo accademico è crudele, più si alza il livello, più la competizione si fa dura. Mi sento una sorta di atleta che sta partecipando alle Olimpiadi dei cervelli", ci racconta Milena.
All'apparenza Milena spiazza per la sua bellezza, ma soprattutto per un'intelligenza unica, giovane e fresca, capace di spiegare studi criptici e complessi con una naturalezza disarmante. Milena è all'interno del mondo accademico ai livelli più alti, pur non portandone i segni.
Arrivare fino a dove è arrivata non è stato semplice.
Se sai dove vuoi arrivare, devi prendere il massimo. In tutto
"Fin da piccola avevo in mente dove arrivare. E una volta che sai quello che diventerai, dovrai prendere il massimo in tutto. Ancora mi chiedono i voti del liceo. Più cresci, però, più le sfide diventano difficili e la posta in gioco è altissima".
La Regina di Scacchi
Milena spesso viene paragonata alla Regina di Scacchi. Oltre al talento, in questo campo è necessaria una particolare perizia nel sapere scegliere sempre la mossa giusta. "Hai una partita da vincere e ogni volta devi trovare la strategia migliore per farlo", spiega.
Chiacchierare con Milena è quasi un'esperienza mistica e per chi ha fatto il Liceo Classico è quasi un idolo. Il cammino di un umanista, infatti, è costellato di difficoltà, a cominciare proprio dal Liceo.
Gli umanisti possono farcela. Anzi, devono
Chi sceglie di dedicare la propria vita alla filosofia, alla storia, alla linguistica e a tutte quelle discipline umanistiche, spesso si sente dire che non farà mai nulla, che il lavoro non sarà facile da trovare. Milena deve essere l'esempio più chiaro per tutti noi. Dalla voglia di farcela, dalla fame intellettuale, può arrivare solo il successo.
Un successo, però, costruito nel tempo, che spesso l'ha costretta a combattere contro un mondo fatto di pregiudizi e maschilismo.
Il mondo accademico: maschilismo e troppi pregiudizi
"In generale l'ambiente accademico, ma soprattutto il mio ambito, quello della Linguistica, sono fortemente governati dai pregiudizi e dal maschilismo. Non è un mondo paritario. Partecipo a conferenze internazionali e spesso i miei colleghi sono uomini e con il doppio dei miei anni. La competitività è estrema, ma per certo la battuta sessista del mio professore di Torino, qui in USA non sarebbe stata nemmeno pensabile", ci racconta.
Milena da quando ha terminato il Liceo ha iniziato un viaggio, fisico e mentale, alla ricerca di se stessa. Un percorso che premiasse davvero le sue grandi capacità, il suo talento unico.
Milano, Torino, Parigi. Insegui i tuoi sogni
"Dopo il Liceo ero stanca e così sono andata a Milano, all'Accademia delle Belle Arti, per prendere dei diplomi. Ho sostenuto anche corsi di fotografia, a me piace l'arte in generale e fotografare i reperti è fantastico. Poi sono andata a Torino, ma l'ho trovata una città meno stimolante. Per la specialistica e il dottorato sono riuscita ad andare alla Sorbona di Parigi. Era partito tutto con un Erasmus, ma poi ci sono rimasta, Parigi è meravigliosa".
Milena è in fiume in piena, un sole dai raggi caldissimi. Ci spiega che il mondo accademico è fatto di mentori, di papà spirituali e ogni talento deve in qualche modo averne uno accanto a sé. Milena lo aveva trovato, ma non a Parigi. In California.
Il rapporto con Brent Vine e la Fondation Marcel Bleustein-Blanchet
"Avevo capito che il mio mentore doveva essere Brent Vine, direttore del Program in Indo-European Studies dell'Università della California a Los Angeles. Nel 2015 ho inviato il mio progetto di ricerca per il primo studio mai realizzato sui rapporti sociolinguistici tra Greci e Frigi, alla Fondation Marcel Bleustein-Blanchet di Parigi. L'ente porta il nome del fondatore della più importante agenzia pubblicitaria d'Europa, Publicis, e sono stata selezionata su oltre 4mila candidati insieme ad altri 20 giovani talenti, di tutte le discipline. La Fondazione ha finanziato il mio periodo di ricerca per tre anni, poi il dottorato alla Sorbona e ora Harvard".
Il soldato frigio non sbaglia, imita
Nella sua tesi di dottorato, infatti, che consta di oltre 500 pagine, ha dedicato un capitolo (il secondo) all'analisi di un testo di Timoteo di Mileto, in cui si presenta il discorso del soldato frigio. Questo soldato parla un greco che fino ad oggi era stato criticato, in quanto sbagliato e pieno di errori. Milena, nelle sue ricerche, ha accostato questa parlata all'imitazione del greco, da parte di popolazioni anatoliche. L'errore, quindi, non sarebbe altro che un'imitazione.
Al lavoro, in smart working, per una monografia
"Questa mia teoria diventerà una monografia. Sono al lavoro per scrivere un libro completamente dedicato a questo, per Harvard. Data la situazione, sto lavorando in smart working ma Harvard mi ha nuovamente confermata anche per l'anno prossimo", ammette soddisfatta.
Nuove etimologie e conferenze in tutto il mondo
Milena tiene conferenze in tutto il mondo, dalla Grecia alla Finlandia, dalla Daminarca alla Francia. Ovunque. Oggi sta lavorando a una conferenza che si sarebbe dovuta tenere a Chicago, ma che, a causa del Covid 19, sarà online, in cui proporrà una nuova e inedita etimologia del nome dell'eroe Ascanio, sulla base di radici ittite.
Una passione viscerale quella per le lingue antiche e l'etimologia, maturata fin da quando era bambina, grazie all'ambiente domestico.
La nonna e il calabrese
"Mia mamma è nata in Svizzera ed è docente di Francese, mio papà italiano e mia nonna calabrese. È grazie a mia nonna che ho imparato ad amare le lingue antiche, il greco", spiega.
Sì, perché gli antichi Greci colonizzarono anche l'attuale Calabria e ad oggi rimangono ancora tracce della lingua nel dialetto. Vi sono ancora persino piccolissime comunità calabresi che parlano il greco.
Ceramidi
"Ad esempio tegola in calabrese si dice ceramidi, ma anche in greco! Da lì ho maturato l'amore per questa lingua, ne ho riconosciuto le strutture e i suoni. Ogni volta che scopro una nuova etimologia mi gaso, decifrare mi rende felice".
A 8 anni ero una dea greca, non una principessa Disney
Non basta.
"A 8 anni mi travestivo da dea greca, non volevo essere una principessa Disney".
Milena non può che affascinare. La sua storia è incredibile e parla all'anima di tutti noi.
Milena vuole andare oltre i pregiudizi, rompere gli schemi. Come durante la sua difesa di dottorato alla Sorbona.
La difesa di dottorato alla Sorbona, rock 'n roll
"Penso sia stata la difesa più rock 'n roll della storia. Mio padre stava per sentirsi male quel giorno. Faceva caldo, io in abiti succinti discuto in inglese (alla Sorbona) la mia ricerca, sedendomi sui banchi, dando le spalle ai giudici, professoroni da tutto il mondo. Ognuno di noi deve poter esprimere se stesso".
Milena, che normalmente torna a Coazzolo e ad Asti almeno per l'estate e le feste, quest'anno dovrà rimanere a Los Angeles, dove vive da sola.
La passione per il Palio e il San Silvestro
"Amo Asti e sono una fan del Palio, sono membro orgoglioso del San Silvestro. Ho Asti nel cuore, ma qui sto benissimo e non è stato traumatico passare da Coazzolo a Los Angeles".
La Green Card: gli USA la vogliono
Milena, oltre che per il Covid 19, non tornerà in Italia anche perché in attesa della "Green Card" per merito. Significa che è interesse degli Stati Uniti avere Milena, perché possa continuare a dare il suo contributo al paese.
Siamo nel 2020, l'Ottocento è finito da un pezzo
"Il mio è un approccio rivoluzionario. Gli accademici vengono associati a persone antipatiche, anziane, topi da biblioteca. Dobbiamo cambiare, altrimenti tra qualche anno noi accademici saremo quattro gatti. Sento questa passione dentro di me e cerco di spiegare le mie intuizioni a tutti, come se lo dovessi fare con mia nonna. Il dettaglio serve a me, a te serve capire i risultati. Siamo nel 2020, l'Ottocento è finito da un po'".
E come darle torto?