E così da domani ritorna il lockdown. Definito morbido, ma la realtà è che fino al tre dicembre (almeno) si torna all'incubo di marzo con le tante limitazioni delle attività.
Occorre mantenere "la barra dritta" per non perdere lucidità in un momento difficilissimo e duro per il nostro Paese, la nostra regione, la nostra provincia. Forse in estate si sarebbe dovuto lavorare di più e meglio in vista dell'attesa seconda ondata, di certo non si può negare che i contagi salgano in modo allarmante e non importa se l'erba dei vicini sembra più verde. È il momento di uscirne.
La zona rossa permette di avere la testa a posto ma i 'peli lunghi'
Ieri qualcuno scherzava (e l'ironia davvero ci salverà) sul fatto che "Avremo i capelli a posto ma i peli lunghi sulle gambe", in effetti la misura di avere parrucchieri aperti e centri estetici chiusi, ai più è suonata quanto meno strana.
Comunque dopo una giornata convulsa di dubbi e riunioni è arrivata la conferma che il Piemonte è in zona rossa.
Il decreto ristoro? Serve a farci stare zitti
Le liimitazioni sono diverse. Oltre a non potersi spostare, salvo comprovate necessità, sono chiusi i negozi al dettaglio tranne alimentari e attività considerate essenziali, chiusura totale per bar e ristoranti che possono fare asporto e consegne a domicilio. Ma attenzione non oltre le 22 perché scatta il coprifuoco.
Stop anche ai mercati non alimentari, lucchetto quindi per i mercati astigiani di piazza Alfieri, Libertà e piazza Campo del Palio, con la speranza che si possa lavorare per il Natale.
Sebastiano Garante di Radici, tra i promotori della manifestazione dei commercianti in piazza San Secondo, non nasconde la sua arrabbiatura e con un curioso post suInstagram scrive a Conte: "Spero che non avrai più il piacere di consumare un cornetto e un caffè alle 8 di mattina, spero che tutti i miei colleghi non ti faranno né un tè accompagnato da biscotti tanto meno un aperitivo, spero che i pizzaioli si rifiutino ad impastare la pizza per te".
Il suo locale è di quelli dove si gustano ottimi cocktails e dove si fa(ceva) tardi la sera nel rispetto di tutti: "Stiamo studiando anche noi il delivery, per l'aperitivo porteremo drink con le nostre specialità, fatti anche con prodotti del territorio. Sto andando giusto in negozio a mettere un po' di sigilli e a organizzarmi. Oggi scade anche l'affitto e abbiamo i contributi da pagare. Perché i parrucchieri aperti e noi chiusi? Non c'è un criterio. Il decreto ristoro? È un modo per farci stare un po' zitti".
E gli estetisti? Ne abbiamo parlato con Giovanna Povia del centro estetico Visage di via Brofferio, che vive un doppio dramma in quanto il marito Michele è il titolare del Pic-Nic e della Cremeria di piazza Alfieri. "Lui non ha neppure più voce, tanto non parla" - ci spiega raccontando che dalla riapertura i clienti erano comunque calati.
Il suo centro estetico è grande e ottempera a tutte le misure di sicurezza: "Avevamo già quasi tutto il materiale che fa parte della nostra igiene quotidiana, abbiamo aggiunto altre mascherine e il plexiglass, ma ci siamo organizzati con tutti i distanziamenti eccetera. Viviamo nell'incertezza di poter riaprire, io non posso permettermi un altro finanziamento. Ci hanno fatto aprire per pagare le tasse, non possiamo vivere? A casa di chi mangiamo? A sensazione non ci terrano chiusi solo 15 giorni, tanto i contagi non scenderanno. Poi riaprono con il rischio che si vada via per l'8 dicembre o a Capodanno? Se va bene riapriremo il 7 gennaio se nel frattempo non saremo andati alla mensa dei poveri. Se sono chiusa non posso pagare le scadenze. Lavoriamo su appuntamento in 150 metri quadrati, siamo in quattro, problemi non ce ne sarebbero stati".
Se chiude anche la cultura
Intanto chiude anche la cultura, dopo i cinema e teatri chiuse anche le mostre e i musei. Ad Asti c'era la bella mostra sugli Arazzi, senza contare che anche le diverse attività di Palazzo Mazzetti sono sospese. Si invoca la possibilità di rendere fruibile concerti e rassegne online, un po' come ha fatto la Biblioteca con il suo Passepartout.
A proposito, chiude anche la Biblioteca Astense che sospende anche il servizio di prestito interbibliotecario, mentre resta attivo il servizio di document delivery, ovvero documenti richiesti a/da un’altra biblioteca e forniti in copia riprodotta, e la consultazione della Media Library On Line (MLOL) per gli utenti abilitati. Per informazioni: www.bibliotecastense.it
Signori si (ri)chiude.