Attualità - 04 novembre 2020, 11:20

"Chiedo al Prefetto l'istituzione di un ospedale da campo ad Asti". A parlare è il presidente dell'Ordine dei Medici Claudio Lucia

Proposte anche, per alleggerire il carico, le Unità mobili multidisciplinari che possano recarsi a domicilio dei sospetti Covid

Nel giorno in cui è annunciato il lockdown per le nostre zone e nel giorno in cui ad Asti stanno per arrivare le tende sanitarie dell’esercito all'ospedale per tamponi e servizio di pre-screening, il presidente dell'Ordine dei Medici, Claudio Lucia, chiede l'istituzione di un ospedale da campo.

"Il lockdown è necesssario, pur sapendo quando costa alle attività economiche, ma per dare loro un po'di fiato sotto il Natale questo sacrificio è necessario, almeno per quattro settimane".

Un ospedale da campo con personale dell'esercito

Per far fronte però a quella che sembra tornata a tutti gli effetti un'emergenza il dottor Lucia è pronto a chiedere al Prefetto l'istituzione di un ospedale da campo, perché il Cardinal Massaia si avvia al collasso con un impatto potente sui posti letto.

Le tende che stanno per essere montate, infatti non serviranno come posti letto ma per fare tamponi e un pre triage.

"Abbiamo fatto delle osservazioni - continua Lucia - e nelle prossime settimane ci sarà un aumento dei contagi, aggiungendo i problemi delle forme influenzali che  rischiano di vedere le persone ammassate. Un ospedale da campo da 50-100 posti è necessario anche ad Asti".

La carenza del personale però rischia di essere il nocciolo della questione. "È necessario anche qui l'invio di medici e sanitari dell'esercito, è anche una richiesta dei medici ospedalieri dell'Unità di crisi dopo aver visto i numeri di ieri".

Le patologie dell'apparato respiratorio tipiche dell'inverno, rischiano di paralizzare l'ospedale

Di fatto si sta entrando nell'inverno e le patologie dell'apparato respiratorio aumentano e il rischio di affollamenti è reale e pressante. Il dottor Lucia  propone un progetto in collaborazione con l'Ordine dei medici di Parma, istituire cioè delle Unità mobili multidisciplinari composte da un infettivologo dotato di ecografo polmonare e un infermiere professionale.

Un'Unità mobile a domicilio per alleggerire il carico

Spiega Lucia: "Il medico di famiglia segnala il caso di sospetto Covid e l’Unità va a casa del paziente, fa la diagnosi e imposta la terapia, il medico di famiglia potrà continuare a seguire il caso insieme all’Usca. Si allenterebbe di molto la pressione sull'ospedale".

Un progetto che aiuterebbe anche a ridurre i tanti casi segnalati di persone confinate in casa in attesa di tamponi che tardano ad arrivare.

Betty Martinelli