La segreteria provinciale di Fratelli d’Italia ha inviato una nota dopo che, l'intervista realizzata dal nostro giornale all'onorevole astigiano Paolo Romano, ha suscitato diverse polemiche
“La verità è che se perdi i consensi elettorali ed in più si riducono i parlamentari si ha il terrore di non essere più rieletti, scrivono da Fratelli d'italia.
I rappresentanti di Fratelli d'Italia spiegano: "Non abbiamo controllato ma si suppone che l'on. Romano abbia votato la riforma per la riduzione dei parlamentari e che, prima di votarla, l'abbia letta e l'abbia condivisa. Sarebbe interessante capire se poi l'avesse anche firmata per la sua presentazione ma questo è un aspetto che non ci sentiamo nemmeno di supporre.
Ora dice che è una riforma farlocca che mina le basi delle istituzioni parlamentari. Sarà successo qualcosa o sarà venuto a conoscenza di informazioni tali da imporre un repentino e improvviso cambiamento di rotta? Alternativa differente invece è quella di una folgorazione sulla via dell'andare a casa.
Magari ha passato tutti questi due anni di legislatura a studiare quella riforma e, solo dopo una approfondita disamina con una espertissima task-force, ha capito qualcosa di diverso.
Tale attività ovviamente lo può aver distolto da occuparsi dei problemi del suo territorio e forse potrebbe essere il motivo principale per cui la sua azione è sconosciuta ai più, così come l'esistenza stessa del suo mandato.
La coerenza porterebbe l'on. Romano a dimettersi, cinicamente almeno dal gruppo parlamentare (così mantiene posizione e stipendio), perché non ci sono motivi per rimanere all'interno di una formazione che fa e dice cose contrarie a quelle che l'on."libero cittadino" Paolo Romano pensa.
Così dice di non voler fare, aspettando il sonoro calcio nel ....., esattamente come fanno i bambini capricciosi che non lasciano il lecca-lecca nonostante i rimproveri educativi dei genitori.
La magra conclusione è che è stato dimostrato che, senza esperienza e gavetta politica, non è pensabile di poter essere rappresentati nelle istituzioni in modo serio o almeno decente".