“No, non ho intenzione di uscire dal Gruppo 5S, al massimo potrebbe essere il Gruppo che ha intenzione di cacciarmi”. Inizia così lo ‘sfogo’ che l’On. Paolo Romano – deputato astigiano militante nelle file del Movimento 5 Stelle, le cui divergenze su molteplici temi si sono fatte sempre più evidenti con il passare dei mesi – ha affidato a un lungo messaggio Telegram che abbiamo ricevuto in mattinata.
“Ho visto l’articolo (quello, pubblicato nel pomeriggio di ieri, in cui davamo conto della possibilità che stia per lasciare il Gruppo M5S alla Camera, ndr.) e posso dire che il referendum è solo uno dei tanti, troppi problemi – prosegue Romano – Stanno facendo passare il taglio come una battaglia storica del Movimento, quando in realtà la battaglia era quella del taglio dei privilegi, non il taglio dei privilegiati, altrimenti mi sembra evidente che invece di combattere la casta, crei un’'ultra-casta' ancora più ristretta ed elitaria, oltre a togliere rappresentanza ed andare in direzione diametralmente opposta alla democrazia diretta, la vera battaglia storica del M5S di cui ormai si sta provando a cancellarne anche il ricordo”.
“Inoltre – argomenta ancora l’On. Romano – la riduzione dei parlamentari prevista dal referendum è fatta male e a farne le spese saranno soprattutto le comunità più piccole, che saranno sotto rappresentate. Ma probabilmente il vero intento di questa riforma è proprio di annichilire il Parlamento, sbandierando una riduzione dei costi che sostanzialmente è inesistente. Ricordo che Umberto Terracini, presidente dell’Assemblea Costituente, sosteneva che ‘Quando si vuole diminuire l’importanza di un organo rappresentativo s’incomincia sempre col limitarne il numero dei componenti, oltre che le funzioni’”.
PER IL GOVERNO I PARLAMENTARI DI MAGGIORANZA SONO UNA SCOCCIATURA
“Quello che è successo ieri alla Camera fa capire lo stato in cui versa il Parlamento. Il Governo è addirittura arrivato a porre la questione di fiducia, esclusivamente per far saltare un emendamento presentato dalla maggioranza che lo sostiene. Mi sembra ormai chiaro che a Palazzo Chigi i parlamentari di maggioranza vengono considerati solo una scocciatura, su cui passare sopra annientandoli, perché servono solo a pigiare il bottone, se questo è l’utilizzo che si vuole fare del Parlamento, avrebbero fatto meglio a proporre una abolizione totale invece che una riduzione dei componenti”.
“Sempre ieri – continua – la collega testimone di giustizia Piera Aiello ha abbandonato il m5s, scrivendo un post che invito a leggere, e 28 parlamentari 5S si sono astenuti dal votare la fiducia. Spero che qualcuno ai piani alti di quello che è diventato il ‘partito’ 5 Stelle abbia captato questo malessere e si provi a trovare un rimedio, auspico inoltre che ‘il rimedio’ non contempli l’approdo di parlamentari di Forza Italia in maggioranza, per sostituire chi si sta opponendo alla delegittimazione del Parlamento”.
LE RESTITUZIONI
Altro tema caldo è quello delle restituzioni a cadenza mensile di parte dello stipendio parlamentare, denaro che lo statuto del Movimento prevede venga utilizzato per iniziative solidali, che vede Romano in arretrato nei pagamenti dal settembre 2019: “In questi anni – spiega – ho versato più di 200.000 euro tra donazioni, quota a Russò (nel messaggio scritto esattamente così, anziché Rousseau, ndr.), finanziamenti delle varie campagne elettorali e ‘donazioni obbligatorie’ per gli eventi e quando ho avuto bisogno del cosiddetto ‘scudo della rete’ per avere supporto legale (in un procedimento che lo vede opposto all’ex premier Renzi, ndr.), non si sono neanche degnati di darmi una risposta”.
POCA TRASPARENZA NELLE RENDICONTAZIONI DI ROUSSEAU
“Ora sono pronto a continuare a ridurmi lo stipendio. Si porti in aula una proposta per la riduzione dello stipendio di tutti i parlamentari, così come era stato promesso, e sarò il primo a votarla – afferma ancora Romano –, ma finiamola di continuare a usare l'inutile e complesso sistema di rendicontazioni di Russò. Oltre ad essere facilmente aggirabile, gonfiando le spese, non mi sembra corretto che le cosiddette ‘restituzioni’, invece di essere destinate a un conto intestato al bilancio dello Stato, come succedeva fino a qualche anno fa, ora passino tutte da un conto intestato a tre persone private. Sarebbe meglio dare una sforbiciata agli stipendi di tutti i parlamentari di qualsiasi colore politico: ci sarebbe un risparmio maggiore, i soldi rimarrebbe direttamente nelle casse dello stato e i 5s non verrebbero più ridicolizzati dai voyeur degli scontrini”.
VORREI RESTARE PER CONTINUARE LE BATTAGLIE CHE L’M5S HA DIMENTICATO
Infine, sollecitato riguardo il suo futuro politico nel caso i vertici del Movimento propendano per espellerlo come già accaduto più volte con altri ‘dissidenti’, ci ha risposto: “Non posso negare che contatti con altri Gruppi ci sono stati, ma per ora la mia intenzione è di restare dove sono. Sicuramente comunque non approderei nella Lega o altre destre, perché penso siano i Gruppi più distanti dalle mie idee. A me piacerebbe rimanere coerente con le battaglie che portava avanti il m5s fino a qualche anno fa e ormai dimenticate”.