Oggi tutti vogliono scrivere. Si dice che in Italia ci siano più scrittori che lettori. Il vicino di casa annoiato, l'avvocato appassionato di legal thriller, il migliore amico sedicente promessa della letteratura. D'altra parte si è letto tutto Hemingway, vuoi non fargli pubblicare un libro? "Delitti e castighi. Tutto s'aggiusta", direbbe Cèline. Vabbè, lo ammetto, parto sempre un po' prevenuto nella lettura di un libro scritto dall'amico dell'amico. Non so il perché, o forse sì. Sarà per tutti quei libri (brutti) auto-pubblicati che ho incontrato sul mio cammino; sarà per quel mio retro-pensiero che mi fa sempre dire "la vita è breve, scegli che farne, scegli bene cosa leggere".
L'astigiano Lucio Salamone ha pubblicato un giallo dal titolo criptico: 137. Cinema e letteratura giallistica non in rari casi hanno proposto al pubblico titoli legati ai numeri e alla matematica. Basti pensare a grandi romanzi come Dieci piccoli indiani (Christie), 2666 (Bolaño) o al più recente L'enigma della camera 622 (Dicker); non sono da meno pellicole importanti Number 23 (Schumacher), 1406 (Håfström) e via dicendo. Salamone ambienta ad Asti il suo primo romanzo: un giallo dalle sfumature noir scandito dalla cifra 137.
Il protagonista è Biagio Morelli, dj amatoriale, che conduce un programma radiofonico notturno. Dopo anni incontra in circostanze poco chiare una vecchia fiamma di gioventù, Evelin, la quale riemerge dal passato chiedendo aiuto nella risoluzione di un caso legato a una strana sostanza: il cesio-137. A questo filone principale della storia se ne affiancano altri due: da una parte un gruppo di giovani musicisti alle quali Evelin sembra inaspettatamente interessata; dall'altra il Tenente Vitale diviso fra disordinate indagini e stravaganti relazioni gerarchiche.
Perchè Evelin sbuca dal nulla per interessarsi al cesio 137?
Biagio è il vero protagonista del libro?
Il Tenente Vitale sarà in grado di risolvere il mistero?
Ce n'è che un bel cercare. E nel giallo se non cerchi fra le righe non ci trovi nulla.
Il giallo ideale non esiste, o se esiste, non può essere identico a un altro. Salamone parte da questo presupposto per costruire il suo: si attiene alle 10 regole del giallo perfetto e si obbliga a farlo con originalità. Cosa scrivere che non sia già stato scritto? Cosa inventare che sia mai stato inventato?
Ad Asti poi, città madre di Giorgio Faletti, re incontrastato del genere. Faletti ha segnato un punto di non ritorno con "Io uccido", best-seller allora, libro di culto oggi. Salamone si impegna dunque nell'ambientare nella sua città la sua opera prima che, nella sua lapidaria essenzialità ( 187 pagine), funziona bene, portando il lettore in un mondo che quasi non sembra contemporaneo. Pare senza tempo la collocazione storica delle vicende; gli scenari sono spessi fumosi e grigi; le principali azioni portate avanti di notte; il buio pare una castrazione liberatoria per lo sviluppo della storia. Un po’ noir e un po’ graphic novel: un vecchio film in technicolor. Il romanzo è leggero, corretto, insomma fa il suo. Conduce il suo lettore in momenti di vita quotidiana, utilizzando piani temporali diversi che si incastrano alla perfezione. Implacabile nella voglia di riuscire, Salamone avrebbe potuto approfondire di più la sostanza misteriosa, il cesio-137, e farci addentrare meglio nella psicologia di alcuni personaggi. Ma tant’è…
La galleria dei personaggi, sicuramente ispirati a spezzoni di figure reali, è comunque vivacissima: Evelin è di fatto il personaggio più riuscito e le sue battute di dialogo funzionano davvero bene. Malgrado alcune descrizioni un po' fumettistiche, gli eventi si incastrano alla perfezione e questo è l'aspetto che mi ha maggiormente colpito. I capitoli funzionano, sono brevi e inquadrano la scena e ciò che sta succedendo in un preciso frammento di tempo. Non capita mai di smarrirsi nello sviluppo della storia. E questo è un pro. Di contro, mi avrebbe fatto piacere che l'autore astigiano, così ingegnoso in alcuni passaggi del libro, andasse più a fondo scrivendo capitoli più corposi; era evidente il potenziale di questo romanzo e si poteva riservargli maggiore investimento. Talvolta gli scrittori si prendono troppo sul serio, talaltra peccano per eccesso di umiltà. Penso Salamone appartenga alla seconda categoria.
Per adesso Salamone ha scritto un bel romanzo nello stile della miglior tradizione giallistica, quella che più che allo svolgimento della vicenda è interessata all’ambiente in cui è collocata, nel caso nostro, Asti.
E lo dico con l'entusiasmo di uno che, finalmente, il libro dell'amico lo ha letto e finito con eccitazione.
Mi auguro che Salamone pubblichi ancora altri bei romanzi. Ci sono poi occasioni in cui, citando Walter Siti, resistere non serve a niente.
Curatore: Letteratura Alternativa Edizioni
Illustratore: Pablo T
Editore: Letteratura Alternativa
Anno edizione: 2020
In commercio dal: 18 giugno 2020
Pagine: 184 p., Brossura