Politica - 12 agosto 2020, 19:08

Le opposizioni all’attacco sul ‘giallo dell’Arazzeria Scassa’: “Ora ci vogliono le dimissioni”

Netta presa di posizione, contro l’Amministrazione e la Fondazione CrAsti, dei consiglieri di CambiAMO Asti, Movimento 5 Stelle, Ambiente Asti e Uniti si può

La nota ufficiale con cui Massimo Billotta, amministratore unico dell'Arazzeria Scassa, ha preso le distanze dalla mostra che verrà dedicata al grande arazziere scomparso nell’ambito della Douja d’Or (CLICCA QUI per rileggere l’articolo), non è passata inosservata ai consiglieri di opposizione.

Che hanno scritto e firmato un comunicato stampa nel quale evidenziano gli aspetti non chiari della vicenda, chiamando naturalmente in causa l’Amministrazione e la Fondazione CrAsti. Di seguito, il testo integrale della nota stampa firmata da Angela Quaglia (CambiAMO Asti), Massimo Cerruti, Davide Giargia, Martina Veneto, Giorgio Spata (M5S), Mario Malandrone (Ambiente Asti), Michele Anselmo e Mauro Bosia (Uniti si può)

LA NOTA STAMPA DEI CONSIGLIERI

La superficialità con cui si annuncia (con tanto di diretta Facebook) la grande mostra degli Arazzi Scassa senza aver stipulato accordi con la Fondazione che ne detiene la proprietà, rende bene l’idea di un sindaco e di un’Amministrazione che hanno puntato tutto sull’immagine ma che di sostanza hanno ben poco. E’ di lunedì la doccia fredda con cui la Fondazione Scassa ha smentito clamorosamente le dichiarazioni trionfalistiche del Comune e della Fondazione CRAsti.

Sono molto lontani i tempi in cui prima si ragionava, si valutava, si trovavano le risorse e poi si annunciavano gli eventi. Oggi è il contrario: prima si annuncia… poi se non va in porto l’iniziativa si dà la colpa a qualcun altro o si dice che “non avevamo capito bene”!

Il settembre astigiano, già privo di Sagre, Palio e altre manifestazioni, non avrà quindi neppure la Mostra degli Arazzi che era stata allestita a Venezia e che porta il nome della Città a partire dal suo fondatore.

Complimenti vivissimi! Non bastano le scuse, però!

In questo caso (per l’ennesima presa in giro) ci vogliono le dimissioni!

Redazione


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