"Sconcertati per la decisione di attribuire la decorazione di metà del sottopasso ad un'associazione apertamente neofascista".
I consiglieri comunali di minoranza Angela Quaglia, Mauro Bosia, Michele Anselmo e Mario Malandrone hanno depositato un'interpellanza scritta sulla querelle tra l'associazione Asti Pride e il Comune di Asti.
"Ci riserviamo, scrivono, azioni e mobilitazioni. Asti è una città antifascista e non permetteremo che, in maniera strisciante, si faccia largo un pensiero revisionista e neofascista: sarebbe davvero gravissimo se questo avvenisse con la connivenza delle istituzioni che dalla Resistenza sono nate e che dall'antifascismo traggono i loro valori. Ancora più grave se ciò avviene dopo che lo scorso dicembre sono stati dimezzati i contributi all'Israt. è una forma di Antifascismo molto sventolata a parole e davvero poco praticata nei fatti".
LA RICHIESTA DI ASTI PRIDE È DEL 9 GIUGNO
Come vi abbiamo scritto, l'associazione Asti Pride il 9 giugno aveva inviato una propossta di riqualificazione del sottopasso di via Cavour, dipingendo un arcobaleno per ricordare i moti di Stonewall, le discriminazioni e il primo Pride astigiano.
"Decorazioni di questo tipo - scrivono i consiglieri - possono trovarsi in tante altre città italiane con fini e propositi similari (Milano, Rimini, Padova ecc.). L’Amministrazione, dopo aver ventilato l’ipotesi di aprire una manifestazione di interesse per assegnare la realizzazione del sottopasso, in data 30 giugno ha comunicato ad Asti Pride il permesso di procedere a tale opera limitatamente a metà dello spazio, in quanto l’altrasarebbe stata contestualmente assegnata all’associazione Sole Che Sorgi".
SOLE CHE SORGI HA CONTENUTI NON IN SINTONIA CON ASTI PRIDE
I consiglieri ribadiscono che non risulta che prima della proposta di Asti Pride ci fossero state altre manifestazioni di interesse per realizzare decorazioni artistiche nel sottopasso e rimarcano che l'associazione storico culturale, nella sua pagina facebook mostra contenuti "razzisti, neofascisti e di apologia del regime fascista. Nello specifico,spiegano, il logo di Sole Che Sorgi è costituito da un cavaliere, evidente allusione aSan Secondo, che tiene in mano un’asta sulla quale spicca un croce celtica. Fra i diversi contenuti di stampo razzista e neofascista condivisi, ve n’è uno che non può passare inosservato - continuano i consiglieri: una foto di una lapide affissa sulla casa in cui 'la sera del 27 aprile1945 il Duce d’Italia Benito Mussolini trascorse la sua ultima notte prima di essere trasferito a Giulino di Mezzegra'".
LE RICHIESTE
I consiglieri chiedono attenzione al sindaco Rasero che ha più volte espresso la sua fede antifascista, chiedendogli "Quando l’associazione Sole Che Sorgi abbia manifestato la volontà di partecipare alla decorazione artistica nel sottopasso e con quale progetto e come mai il Comune non abbia aperto la manifestazione di interesse e abbia deciso di procedere con queste modalità".
In allegato l'interrogazione completa