Cultura e tempo libero - 20 giugno 2020, 07:30

Viviamo in un posto bellissimo dove gli ultimi non saranno i primi

Puntata nuovamente sul turismo, di cui sono tanti a parlarne, ma pochi a supportarlo a livello nazionale e pochissimi a promuoverlo a livello regionale

Questa volta, il posto bellissimo è il Piemonte dove ancora non possiamo che dire: povero turismo e povere strutture ricettive ed operatori del settore. Poveri di nome e sempre più di fatto: da una parte migliaia di parole sull’importanza strategica per l’Italia del comparto turistico, dall’altra poche strategie e risorse per favorirne prima la sopravvivenza, poi lo sviluppo.

D’altra parte l’assenza di un Ministero del Turismo, sperso da tempo tra arte e cultura, con un breve passaggio in agricoltura, non favorisce certo velocità e forza di reazione. In più, secondo me vero peccato originale, il passato eccesso di deleghe promozionali concesse alle regioni, crea oggi differenze, anche macroscopiche, tra chi ha risorse a bilancio e strutture operative e decisionali di qualità e chi meno, o non ancora. Tra i primi e gli ultimi.

Tra i primi, oltre all’immancabile Trentino, sicuramente l’Abruzzo con una campagna di promozione veramente importante: le sue bellezze sono raccontate dai primi di giugno attraverso una vasta pianificazione sulle reti nazionali televisive (Rai e Mediaset) e su quelle regionali, in una capillare comunicazione sulle principali testate cartacee sia locali che nazionali, sulle testate on-line e sui social, spot sulle radio regionali e nazionali. Il massimo. Invidia, tanta invidia.

Invidia perché da noi siamo per ora fermi a RipartiTurismo: 40 milioni destinati al supporto di strutture ricettive, rifugi alpini, manifestazioni ed eventi vari e allo sviluppo della domanda.

In termini pratici un migliaio di euro medi a fondo perduto per ogni struttura ricettiva; un paio di mille a rifugio e 10 milioni per manifestazioni ed eventi, su cui, per scelta, ho preferito non controllarne lo storico. La chicca arriva però in fondo. Nello scrivere, poche righe sopra, sviluppo della domanda, non vi nascondo i brividi nel vederne null’altro che pacchetti da almeno 3 pernottamenti, uno pagato dalla Regione, uno dall’albergatore, il resto dal turista. Pacchetti promossi con 4-5 milioni; eccola la comunicazione, strategicamente sbagliata, ai limiti della follia pura, pericolosissima come lo spingere ora su politiche di prezzo. Capace che così ci si riprende nel 2023.

Il nostro posto bellissimo invece, gratificato, al momento, della ostentata possibilità di un settembre astigiano vivo come non mai, sta come d’autunno sugli alberi le foglie. E noi pure, sperando di svegliarci al più presto.

Davide Palazzetti