Green - 18 giugno 2020, 13:30

Cantiere Iliad di via Baussano: le risposte dell’Amministrazione ai dubbi della minoranza

L’installazione di un nuovo impianto, dopo quello (contestato) di via Micca, aveva originato un’interrogazione a risposta scritta

Il cantiere Iliad di via Baussano e, nella terza foto, l'antenna installata in via Micca (tutte le immagini sono state realizzate da Efrem Zanchettin - Merfephoto)

Preso atto dei punti che componevano un’interrogazione urgente a risposta scritta presentata dai consiglieri Mario Malandrone (Ambiente Asti), Mauro Bosia (Uniti si può) e Angela Quaglia (CambiAMO Asti), il vicesindaco e assessore all’Urbanistica Marcello Coppo ha replicato agli otto punti relativi il cantiere di installazione di un’antenna Iliad in via Baussano.

Dalla risposta si apprende che l’iter autorizzativo è stato avviato in seguito all’individuazione di tre zone che avrebbero potuto ospitare tali apparati di telefonia mobile cui, a seguito di pubblicazione di “Manifestazione di interesse”, ha espresso interessamento Iliad Italia (ultimo operatore in ordine di tempo arrivato sul mercato e pertanto interessato a potenziare la propria rete, ndr.)

Tale impianto, si legge ancora, non necessitava di delibera di giunta e gli assessorati coinvolti, che avevano preliminarmente individuato le zone consone ad ospitare nuovi apparati, avevano espresso parere favorevole all’individuazione degli stessi. L’installazione ha ottenuto anche parere positivo da parte di Arpa Piemonte, mentre non sono state informate le associazioni ambientaliste “in quanto il Comune non comunicare la presentazione delle pratiche inerenti l’installazione di nuove stazioni radio base per telefonia mobile”.

Rispondendo ad altri due punti dell’interpellanza (5 e 6), Coppo precisa che il Comune di Asti non è dotato di “un Piano per la localizzazione e disciplina degli impianti di telefonia mobile” e che non ha al momento avviato alcun progetto di pianificazione in merito.

Le repliche agli ultimi due punti, prettamente di natura economica, motivano la scelta di individuare aree pubbliche consone alle installazioni, favorite dalla normativa nazionale, poiché, in caso contrario “tali scelte sarebbero ricadute su terreni privati, penalizzando ulteriormente l’Ente, che avrebbe dovuto subire senza nulla ottenere”.

Così operando, invece, l’installazione in oggetto renderà alle casse comunali un canone annuo di 15.393,60 euro + IVA, “fatto salvo l’adeguamento da calcolarsi ogni anno successivo al primo in base al 100% dell’indice ISTAT del mese di marzo”.

Il contratto ha durata di sei anni, con scadenza al 28 febbraio 2026.

IN ALLEGATO LA RISPOSTA INTEGRALE DELL'ASSESSORE COPPO

Gabriele Massaro


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