"Quando giunge il fallimento, la sconfitta non rinunciare mai alla verità, perché anche nell’umiliazione, la verità va glorificata: solo se ferisce la carità, la verità può essere celata. E maledetto sia colui per il quale la verità va detta senza pensare alla carità fraterna".
Affida ad un tweet, l'astigiano Enzo Bianchi, fondatore della comunità monastica di Bose, le sue considerazioni sulla notizia che dovrà lasciare la comunità da lui stesso fondata a metà degli anni 60.
LA DECISIONE DOPO UNA VISITA APOSTOLICA DURATA 6 MESI
La decisione è stata maturata dopo la visita apostolica indetta dalla Santa Sede durata sei mesi per verificare l'andamento della comunità, dopo il cambio della guardia alla guida con Fratel Luciano Manicardi, subentrato a Bianchi nel 2017.
Troppo forte la personalità di Bianchi per non interferire sule decisioni del nuovo priore, con il quale sarebbero sorti "contrasti insanabili".
Bianchi quindi dovrà, come recita il comunicato sul sito del monastero "trasferirsi in altro luogo, decadendo da tutti gli incarichi attualmente detenuti". Con lui anche due confratelli e una consorella".
Sicuramente l'astigiano è considerato uno dei più autorevoli pensatori cristiani contemporanei, autore di decine di saggi di spiritualità, anche uomo controcorrente, per questo sicuramente non facile.
CHI È ENZO BIANCHI
Nato a Castel Boglione il 3 marzo 1943, nel1965, a soli 22 anni andò a Bose, una frazione abbandonata del Comune di Magnano sulla Serra di Ivrea, con l’intento di dare vita ad una comunità monastica.
Una comunità a sua immagine che racchiude oggi tante confessioni diverse, un segno della grande apertura del suo fondatore che fu anche nominato da Papa Francesco, nel 2014, Consultore del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani.
Bianchi aveva annunciato nel 2016 le dimissioni da priore che avrebbero dovuto essere effettive dal 25 gennaio 2017 ma su richiesta "della visita fraterna" gli era stato chiesto di rimanere per "portare a compimento lo statuto della comunità.
Spesso amava ricordare a confratelli e consorelle che si trattavano degli ultimi mesi, comunque ha continuato a vivere dentro il suo eremo, fino alla decisione delle ultime ore.
TESTA D'AJ NEL 2018
Nel 2018, Padre Enzo Bianchi che non ha mai dimenticato i legami con questa terra di persone schive e capaci, ha ricevuto in una domenica di novembre il premio "Testa d'Aj", riconoscimento assegnato ogni anno dall’associazione Astigiani nell’ambito del Bagna Cauda Day alle persone che con il loro impegno hanno dimostrato di saper vivere controcorrente.
Un premio assolutamente e più che mai pertinente. La motivazione letta dal presidente Grimaldi recitava:"Un religioso capace di andare oltre le scritture e di cercare l’uomo che era, Enzo Bianchi è anche una voce che con i suoi libri ha condiviso i valori e la cultura nel cuore della nostra associazione".
"Sono nato a Castel Boglione - aveva orgogliosamente ricordato Bianchi - e cresciuto tra il mio paese e Nizza, nelle mie vene scorre la cultura di questa terra. La vita monastica è un po’ come l’esilio, bisogna andare via da dove si è a proprio agio. Nizza e Asti sono luoghi che quando posso percorro come in un pellegrinaggio.
Enzo Bianchi aveva anche una grande passione per l'aglio e si era complimentato con Astigiani per la sua valorizzazione. Chissà se tornerà nella sua amata terra.