"La regione si renda conto di ciò che sta succedendo". Il sindaco di Nizza Simone Nosenzo, questa mattina con il presidente della Provincia Paolo Lanfranco, ha voluto, nella consueta diretta del sabato mattina, fare il punto della situazione sul presidio della Valle Belbo che dovrebbe diventare centrale nella Sanità astigiana e regionale.
A tal proposito è stata inviata una lettera congiunta in Regione per chiedere vengano conclusi i lavori affinchè il presidio (che dovrà avere caratteristiche vere e proprie di ospedale) sia utilizzato per questa emergenza sanitaria e in futuro
"Dovrà essere rivista la contingenza - spiega il sindaco - abbiamo un numero di ospedali inferiori e questa crisi ha messo in luce tutte le falle sanitarie,abbiamo chiesto alla Regione e al tavolo di lavoro per la rideterminazione della rete ospedaliera presieduto da Monchiero, di entrarci. È una grandissima opportunità".
Paolo Lanfranco spiega che “La Provincia insieme al Comune ha sottoscritto l’invito alla regione a ripensare la rete, perché è interesse non solo del sud astigiano ma. avere un secondo presidio, data l’ampiezza del territorio, è fondamentale anche per la Regione stessa".
Si deve quindi ripensare alla sanità territoriale e se, spiega ancora Lanfranco "fino a poche settimane fa sembrava si potessero utilizzare pochi ospedali su cui incentrare le attività, sta emergendo l’importanza della sanità che ha un forte legame con il territorio, il presidio Valle Belbo può essere pronto in brevissimo tempo. Un’opportunità anche per la regione in termini di servizi. È necessaria lungimiranza".
Presidio quindi o ospedale con tutto ciò che ne deriva dal punto di vista sanitario e assistenziale? "La disponibilità è massima, spiega Nosenzo, la richiesta è quella di rideterminare la rete ospedaliera".
I LAVORI E I COSTI
"I tempi possono essere bypassati - spiega ancora il sindaco - ci davano 900 giorni di lavoro, sono già stati spesi 20 milioni, per il completamento con la proposta fatta dalla Regione a inizio anno, ne servono ancora 22. Il progetto originario ne prevedeva 49. La richiesta è di riadattare, le risorse si trovano"
Si era e si sta discutendo se portare qualche paziente Covid in dimissione, al Santo Spirito di Nizza che però, avrebbe diverse problematiche. "Si preferiscono - ha spiegato Nosenzo - strutture dove gli adattamenti hanno costi minori e poi va tenuto presente l'Hospice che accoglie malati terminali, troppo rischioso".
Il presidente Lanfranco ha partecipato a molti tavoli, "le valutazioni sono prettamente tecniche, le varie ipotesi sono state analizzate sotto profili di fattività, occorre ripensare anche alle strutture assistenziali per dare una capacità di risposta anche in tempi ordinari".
"L'iniziativa vuole essere politica - conclude Nosenzo. Si sottolinea l’esigenza di un secondo ospedale, questa emergenza ce lo ha messo di fronte, le tempistiche devono essere puntuali, partire tenendo conto di una struttura che c’è già e può essere messa a breve a servizio della cittadinanza".
In allegato la lettera alla Regione