Il Coronavirus sta cambiando le nostre abitudini, in tutti i sensi.
L'invito, da parte di tutte le Istituzioni, è sempre quello di rimanere a casa, per evitare che il contagio si allarghi a macchia d'olio, ma soprattutto per scongiurare il rischio collasso delle strutture ospedaliere.
Ci sono persone, però, che all'interno delle mura domestiche non sono al sicuro, non vivono una condizione di serenità e tranquillità.
Le donne che si sentono in pericolo, nonostante l'emergenza sanitaria, continuano a essere ascoltate. L'aiuto non cesserà mai, perché l'emergenza violenza sulle donne non può e non deve essere dimenticata da nessuno.
L'appello arriva dal Centro Antiviolenza Orecchio di Venere di Asti.
Il centro antiviolenza è aperto
"Le nostre aperture non hanno subito modifiche. Siamo sempre aperti, abbiamo solo ridotto il personale da 2 a 1 operatore, di modo da evitare il sovraffollamento. In questo periodo seguiamo telefonicamente le nostre donne, offrendo loro un supporto", spiega Elisa Chechile, referente del centro antiviolenza astigiano.
Comprensibilmente, ognuno di noi si trova in uno stato di tensione a seguito del perdurare di questa emergenza sanitaria, ma per molte donne il carico di preoccupazione potrebbe essere doppio.
Appuntamenti telefonici. E se ci sono impegni una faccina per dire "tutto ok"
"Per questo cerchiamo di rassicurarle, prendendo un appuntamento con loro e chiamandole all'orario prefissato. Spesso, se per impegni non riescono a risponderci, ci inviano anche solo un messaggio con una faccina, per farci sapere che sta andando tutto bene", continua Chechile.
Una convivenza forzata per molti, che, però, invita a pensare al dopo, al vedere il domani, pensando, perché no, anche al bicchiere mezzo pieno.
La convivenza forzata: occasione di dialogo?
"Invitiamo le nostre donne a cercare, in questa convivenza forzata, un'occasione di dialogo in più, ma anche una serie di occupazioni per distrarsi. Pulire casa, occuparsi dei figli o altro", spiega Chechile.
La violenza sulle donne, ancor più in questa situazione emergenziale, non deve assolutamente passare in secondo piano. Le denunce possono essere regolarmente fatte e la quarantena non deve scoraggiare le donne a compiere questo importante passo.
Questa settimana una denuncia
Questa settimana ad Asti una donna, nonostante l'emergenza da Covid-19, ha sporto denuncia. Un messaggio di speranza, questo, che fa capire quanto sia importante non abbassare la guardia. Perché violenza sulle donne e femminicidi rimangono emergenze nazionali.
10 donne seguite. 2/3 chiamate ricevute ogni giorno, anche per aiuto
Al momento Orecchio di Venere sta seguendo 10 donne sul nostro territorio, preoccupate per la situazione che stanno vivendo a casa.
Il centro antiviolenza di Asti riceve ogni giorno una media di 2/3 chiamate, che possono essere di aiuto o di semplici informazioni. 10, invece, le chiamate in uscita al giorno, proprio per prestare soccorso psicologico ed emotivo alle donne.
Dal 1 gennaio 23 accessi al Pronto Soccorso per violenza
Il sito ufficiale dell'ASL di Asti rende noto che, dal 1 gennaio di quest'anno, sono stati 23 gli accessi al Pronto Soccorso di Asti per casi di violenza: 15 donne, 3 uomini e 5 minori.
Numeri utili
- Numero nazionale: 1522
- Telefono fisso: 0141-090009 – il numero è attivo 24 ore su 24, con segreteria telefonica dedicata a cui è possibile lasciare il proprio recapito per essere ricontattati
- Cellulare: 366-92.87.198 – il numero è sempre attivo per le emergenze
- E-mail: centroascolto@criasti.it
Sul portale SOS Donna, inoltre, sono disponibili tutti i numeri utili.