Stando a indiscrezioni di stampa, il governo starebbe per attuare un nuovo inasprimento delle misure finalizzate al contenimento del rischio di contagio da coronavirus Covid-19.
Stando a queste indiscrezioni, l’ingresso nell’intera Lombardia e in alcune province del Veneto, Emilia Romagna e Piemonte (nello specifico le province di Asti e Alessandria) sarà consentito esclusivamente per “gravi e indifferibili” motivi di lavoro o di famiglia.
Le altre province interessate dal provvedimento sono Parma, Piacenza, Rimini, Reggio-Emilia, Modena, Pesaro e Urbino, Venezia, Padova, Treviso. Altresì caldamente consigliato anche di limitare il più possibile gli spostamenti anche all’interno delle stesse province.
Il provvedimento, nella sua versione definitiva in corso di approvazione, dovrebbe rimanere in vigore fino al 3 aprile.
CHIUSURE, SOSPENSIONI E ATTIVITA' CONSENTITE
Oltre a queste pesanti limitazioni alla mobilità, scorrendo la bozza del documento governativo si rimarca la sospensione “degli eventi e delle competizioni sportive di ogni ordine e disciplina”; la chiusura degli “impianti nei comprensori sciistici”; la sospensione di “tutte le manifestazioni organizzate, nonché gli eventi in luogo pubblico o privato, ivi compresi quelli di carattere culturale, ludico, sportivo e religioso, anche se svolti in luoghi chiusi ma aperti al pubblico, quali, a titolo d’esempio, grandi eventi, cinema, teatri, pub, scuole di ballo, sale giochi, sale scommesse e sale bingo, discoteche e locali assimilati”; la chiusura di musei e altri istituti e luoghi della cultura; l’apertura di luoghi di culto “condizionata all’adozione di misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro. Sono sospese le cerimonie civili e religiose, ivi comprese quelle funebri”. Permane altresì la chiusura delle scuole di ogni ordine e gradi e delle Università.
Consentite, invece, le attività di ristorazione e bar “con obbligo, a carico del gestore, di far rispettare la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro, con sanzione della sospensione dell’attività in caso di violazione”; le attività commerciali diverse da quelle già indicate “a condizione che il gestore garantisca un accesso ai predetti luoghi con modalità contingentate o comunque idonee a evitare assembramenti di persone, tenuto conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei locali aperti al pubblico, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza di almeno un metro tra i visitatori, con sanzione della sospensione dell’attività in caso di violazione. In presenza di condizioni strutturali o organizzative che non consentano il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di un metro, le richiamate strutture dovranno essere chiuse)”
LE REAZIONI DEGLI AMMINISTRATORI LOCALI
"Parliamo di una bozza, che pertanto potrebbe subire modifiche nelle prossime ore. Quel che è certo è che, con ogni probabilità, l'Astigiano rientrerà nella zona sottoposta alle limitazioni, che però potrebbe venire estesa ad altre aree della regione". Lo ha affermato il presidente della Provincia di Asti Paolo Lanfranco, commentando a caldo le indiscrezioni di stampa.
"Quel che posso dire con certezza - ha aggiunto - è che nessuno dei soggetti territoriali ha avuto né comunicazioni ufficiali né sentore che si andasse in quella direzione. Il quadro è noto, ma sinceramente non ci aspettavamo questa decisione, a monte della quale vi sono certamente delle serie motivazioni scientifiche".
"Non siamo stati avvisati da nessuno - ha rimarcato il sindaco di Asti Maurizio Rasero - Ho chiesto al prefetto di convocare un tavolo urgente, già questa notte, per valutare la situazione".
Poco fa, il sindaco Rasero ha affidato a un video pubblicato sul suo profilo Facebook la sua veemente reazione al provvedimento.