Il futuro della Msa e della Htm della zona industriale di corso Alessandria ad Asti è incerto. La Fiom e la Filctem della Cgil provinciale denunciano solo incertezze, sia sulla proroga del concordato preventivo, sia sulle prospettive industriali e occupazionali delle due ditte che producono ammortizzatori per veicoli e che sono in crisi da maggio 2018.
"Siamo in una fase di stallo da settimane", spiega il segretario provinciale Fiom Cgil di Asti, Mamadou Seck. L'assemblea dei soci non ha ancora deliberato l'approvazione dei contratti negoziati, rinviandone più volte la decisione ricorda il sindacalista. Eppure c'è una ditta interessata all'acquisizione del ramo d'azienda in crisi. Solo non è stato divulgato ancora di quale società possa trattarsi.
La crisi delle due fabbriche, che contano in totale 49 lavoratori tra operai e impiegati, tocca anche cinque dipendenti della Msa di Serradifalco, in provincia di Caltanissetta.
L'arresto di Montante
Tutto era iniziato oltre un anno e mezzo fa con l'arresto di Antonello Montante, proprietario della società ed ex dirigente di Confindustria, accusato di aver creato una rete corruttiva di spionaggio per ottenere informazioni riservate. Poi, per le due aziende astigiane arrivò il commissariamento.
"Vogliamo sapere - aggiunge Fabrizio Parise della Filctem Cgil di Asti - cosa sta accadendo". L'azienda sembra non voler prendere decisioni. Per questo i sindacati hanno chiesto e ottenuto un incontro con il prefetto Alfonso Terribile, mercoledì 27 novembre.
Mercoledì incontro con il Prefetto
"Lo incontreremo - precisa Seck - e dovrebbe esserci anche il sindaco Rasero, per fare il punto della situazione". L'incontro sarà preceduto da una mobilitazione dei lavoratori, sotto il palazzo della prefettura (in azienda è prevista un'assemblea con le rsu il 26 novembre ndr).
"Dichiareremo lo stato di agitazione a oltranza fino alla definitiva e positiva risoluzione della vicenda" sostengono Seck e Parise. "Chiediamo risposte e una soluzione" e la minaccia di scioperi e mobilitazioni di piazza si avvicina, perché le prospettive per il futuro appaiono tutt'altro che positive. Eppure alla Msa, con i debiti congelati, i 41 dipendenti continuano a lavorare. Ci sono le commesse e gli stipendi sono tornati regolari da marzo scorso. Restano alcune mensilità arretrate, parte della tredicesima e i contributi.
"Chiediamo un piano industriale chiaro, trasparente e serio" aggiunge Seck. Alla Htm, invece, la situazione è più precaria. Gli otto lavoratori sono stati messi in ferie, perché è stata interrotta la fornitura dell'energia elettrica. Un segnale che non lascia ben sperare.