In occasione della 65sima Fiera del Tartufo di Moncalvo, in programma domenica 20 ottobre, con replica domenica 27 ottobre, alle 16.30, presso il Teatro Civico di Moncalvo, verrà portato in scena lo spettacolo teatrale “Colpo di fulmine”.
Si tratta di una commedia brillante in due atti di Matteo Governali, presentata dalla Compagnia Siparietto (LAPS). L’ingresso è ad offerta libera e, grazie alla collaborazione del Comune di Moncalvo, l’incasso sarà completamente destinato all’associazione WeCare Onlus di Asti.
Wecare è nata l’8 novembre del 2003, ad Asti, con lo scopo di trasformare ogni centesimo raccolto in un progetto di sostegno, che sia realizzato in tempi certi e senza nessuna dispersione di denaro, per rispetto del bisogno di chi riceve e della generosità di chi dà.
Il logo, una serie di tessere di puzzle, vuole rappresentare la forza dell’unione della solidarietà. Le tessere sono tutte di colore diverso, perché il bisogno e la sofferenza non conoscono confini di colore della pelle o credo, religioso o politico che sia.
Da anni WeCare ha progetti attivi in Uganda, sia in ambito educativo, fornendo a scuole rurali materiale per le aule o per i dormitori e con l’istituzione di 15 borse di studio per ragazzi “vip” (Virtuosi, Intelligenti, Poveri), che in ambito sanitario, grazie all’impegno professionale del dott. Francesco Coggiola e dell’infermiera Tiziana Gioira presso l’Ospedale di Aber e alla costruzione del nuovo blocco operatorio. Grazie al ricavato dello spettacolo, l’associazione mira ad aggiungere un nuovo tassello al puzzle di WeCare onlus.
Stando ai dati pubblicati dall’Unaids, il programma delle Nazioni Unite per l’Hiv/Aids, in Uganda, su un totale di circa 35 milioni di abitanti, sono 1 milione e 400mila le persone affette dall’Hiv, di cui circa 130mila sono bambini di età compresa tra 0 e 14 anni.
WeCare desidera perciò sostenere Suor Maria Marrone: infermiera e missionaria comboniana, in Uganda da quasi 30 anni, accoglie i bimbi sieropositivi per le vacanze natalizie, ascolta le loro storie e le loro paure, scopre il talento che c’è in loro e cerca di risvegliare le potenzialità che serviranno per affrontare la vita.
Aiuta durante l’anno circa 600 bambini e ragazzini orfani sieropositivi, altrimenti destinati alla strada e all’ignoranza: paga per loro le tasse scolastiche della scuola primaria, aiuta le famiglie affidatarie con un minimo sostegno alimentare e appena i bambini compiono 13/14 anni, li avvia ad una professione, iscrivendoli a corsi “vocational”. Queste scuole pratiche, della durata di 6 mesi, permettono di diventare sarto, muratore, meccanico di motocicletta, cuoco o parrucchiera.
Ma soprattutto, li aiuta nelle cure e li sostiene nei momenti difficili: i bambini sono abbandonati a se stessi, perché sieropositivi. Così suor Maria si trasforma e diventa la mamma che li segue nei ricoveri ospedalieri, l’amica che raccoglie le confidenze di tutte le difficoltà del loro presente e le paure del futuro così incerto, ma anche l’infermiera che li informa su tutti gli aspetti dell’HIV e delle altre malattie.