Attualità - 05 settembre 2019, 17:00

Caso canile di Refrancore, il proprietario: "Sono innocente, chi sta sbagliando pagherà" (FOTOGALLERY)

Questa mattina siamo andati al Canile di Refrancore. Insieme a noi anche i Carabinieri Forestali di Asti, l'Area Veterinaria Asl e le Guardie Eco-Zoofile dell'OIPA per controlli a sorpresa. Ecco cosa è successo

"Io sono innocente. Chi sta sbagliando pagherà". Ci dice così Massimiliano Toppino, proprietario del Canile di Refrancore in questi ultimi giorni oggetto di aspre accuse e polemiche.

Come vi abbiamo già raccontato in un articolo precedente (CLICCA QUI per rileggerlo) il Canile di Refrancore è privato, gestito da Massimiliano Toppino, che nel corso del tempo ha collaborato con diverse associazioni locali per quanto riguarda la gestione del rifugio. Il Canile, operativo dal 2014, a partire dal 2017 ha fatto sinergia con un'associazione, con la quale ha interrotto i rapporti nei primi giorni di agosto di quest'anno.

Proprio nell'ultimo mese circolano voci che vedrebbero i cani ospitati nel canile del paese in pessime condizioni: denutriti e senza cure, abbandonati a se stessi. Per questo abbiamo deciso di recarci al Canile, per sentire il punto di vista del proprietario. 

"Fino ad ora sono stato sempre zitto: ho lasciato parlare tutti e sono stato ad ascoltare. Io non ho fatto nulla, sono innocente. Ho la coscienza pulita, ma di certo da questa situazione non traggo nessun vantaggio, anzi. Sto andando per avvocati: chi sta sbagliando pagherà. Pagheranno tutti, a tempo debito", ci confida Toppino. 

Non siamo soli

Ci siamo recati al canile di Refrancore accompagnati da Simona Nobile, presidente dell'A.E.O.P. (Associazione Europea Operatori Polizia) sezione di Asti, che, avendo frequentato il corso di zoofila, avrebbe potuto spiegarci concretamente ciò che stavamo per vedere. 

Non siamo soli, però: insieme a noi ci sono anche i Carabinieri Forestali di Asti, personale dell'Area Veterinaria Asl e Guardie Eco-Zoofile dell'OIPA (Organizzazione Internazionale Protezione Animali), intervenuti per fare verifiche (a sorpresa). 

Oltre 90 cani adottabili e due zone divise

Al loro fianco iniziamo a perlustrare (giornalisticamente) il Canile, che ospita oltre 90 cagnolini adottabili, ai quali si aggiungono amici a quattro zampe lì in pensione e, pertanto, non adottabili. Il Canile di Refrancore è diviso in due macro aree: un'area rossa, denominata "sanitaria", che ospita cani con problemi comportamentali (ma pur sempre adottabili), tra cui due esemplari pericolosi non adottabili. La seconda area, invece, di colore blu, ospita cani pacifici, tranquillamente adottabili. I cani vengono ospitati in box ampi a gruppi di due, tre o quattro, in base alle dimensioni e alle affinità caratteriali (come indica l'Articolo 6 del d.p.g.r. n. 4359 dell'11/11/1993 per la Detenzione degli animali nei canili privati). 

Entrare in un canile significa conoscere storie di vita quotidiana

Troviamo il cane anziano riservato, il timido, ma anche quello che vuole farsi fotografare a tutti i costi. Insieme a loro anche tre piccoli di quattro giorni

Quella che si vede è la normale realtà di un canile: un habitat di certo non lussuoso, ma accogliente. In un canile si vengono a conoscere le situazioni più disparate, entrando in contatto con cani che, magari, hanno subito traumi o che appaiono deperiti solo perché anziani o di salute cagionevole. Entrare in un canile significa conoscere storie di vita quotidiana: ogni cagnolino porta con sé qualcosa di diverso. Ci sono cani anziani, ma anche cani dal bel pelo lucido che, quando ci avviciniamo per scattare una foto guardano dritto l'obiettivo, quasi a farci capire che possiamo "paparazzarli" e, anzi, dobbiamo! Girando tra un box e l'altro troviamo anche tre cuccioli di appena quattro giorni, i più piccoli del rifugio.

Controlli a campione di microchip e non solo

Intanto, però, i Carabinieri Forestali, l'Asl e le Guardie Eco-Zoofile stanno continuando le loro verifiche, che riguardano le condizioni di salute dei cani e la gestione, in generale, del rifugio. Vengono fatti anche controlli a campione dei microchip, per verificare che le informazioni contenute corrispondano a quanto dichiarato negli scritti di carico-scarico. Come indica l'Articolo 6 del d.p.g.r. n. 4359 dell'11/11/1993, infatti, "il responsabile dell'impianto deve tenere aggiornato un registro di carico scarico, da cui risultino: la data di introduzione o di nascita dei cani presenti, le generalità del proprietario per gli animali in pensione, il numero del chip, eventuali interventi veterinari, la data e le generalità del destinatario in caso di cessione o la data di restituzione al proprietario per soggetti in pensione". 

Quelli attuati oggi non sono i primi controlli che vengono fatti, a sorpresa, presso il Canile di Refrancore. Sono stati effettuati, infatti, diversi controlli ufficiali (l'ultimo dei quali, escludendo quello odierno di cui non sono ancora stati resi noti i risultati ufficiali, del 28 agosto, che non ha rilevato alcuna anomalia preoccupante).

I controlli e le verifiche sono sempre più frequenti, date le segnalazioni e i post allarmanti che continuano a circolare su Facebook. Una vicenda davvero complessa, questa, che sembra non avere una fine, ma che, sicuramente, lascerà un segno. 

Il nostro viaggio continuerà nei prossimi giorni, per cercare di capire anche il punto di vista della controparte coinvolta in questa vicenda.

Elisabetta Testa