Attualità - 09 maggio 2019, 19:40

Il Coordinamento Donne Cgil Asti dopo l'episodio di Casal Bruciato: "Asti è in controtendenza"

"L'integrazione - scrivono - è l'unica soluzione. Le donne nelle istituzioni fanno la differenza"

Riceviamo e pubblichiamo una riflessione del Coordinamento Donne Cgil Asti

"Troia ti stupro": frase indirizzata ad una madre di famiglia (di etnia Rom), da parte di un esponente di Casa Pound (di etnia italiana, per nostra vergogna).

Questo avviene a Casal Bruciato, periferia di Roma, dove è stata assegnata una casa popolare ad una famiglia - appunto - di origine Rom. I pregiudizi nei confronti di questa etnia sono ben noti, e chi vuole soffiare sul fuoco ci riesce agevolmente.

Allora bisogna dire una parola chiara. Si tratti di Rom, Sinti, stranieri; si tratti di furtarelli, spaccio, aumento della microcriminalità in genere; si tratti di stili di vita che non si condividono...si tratti di quel che si vuole, ma quando si superano certe soglie di reazione,  bisogna preoccuparsi.

Davanti al Tribunale della Storia - o davanti al Giudizio divino, per chi è credente - lo scippatore sarà giudicato in un modo e Hitler in un altro. Non ci possono essere ambiguità. Certo i problemi di sicurezza vanno affrontati, magari con l'integrazione che è sempre la soluzione migliore anzi l’unica.

Sicuramente non vanno affrontati con l'aiuto e gli argomenti di chi si rifà al nazismo. Non c’è percezione di insicurezza che tenga, e che possa giustificare questa deriva.

Nella vicenda specifica, quell'insulto sessista è ancor più inquietante: non molto lontano da Roma, in quel di Viterbo, altri esponenti di Casa Pound hanno effettivamente stuprato una donna, questa volta di etnia italiana.

Evidentemente è proprio un loro modus operandi, magari tra un po' presenteranno una proposta di legge?

Esprimiamo quindi apprezzamento per la limpida presa di posizione della sindaca di Roma e solidarietà per le contestazioni che ha ricevuto. Le donne nelle istituzioni fanno la differenza: al di là delle differenti posizioni politiche, su certi principi di civiltà sono sempre attente.

E segnaliamo un episodio in controtendenza avvenuto nella nostra città.

In un quartiere popolare , dove una famiglia astigiana di origine Rom (padre disabile, madre con lavoro precario, bambini piccoli...) per disperazione si era insediata in un alloggio Atc , peraltro vuoto e in attesa da lungo tempo di ristrutturazione, tutti gli abitanti del caseggiato sono stati solidali e hanno affiancato la famiglia, ottenendo il rinvio dello sgombero e il coinvolgimento del Comune nel ricercare una soluzione.

A dimostrazione che la guerra tra poveri non è un destino ineluttabile, e che si può ancora restare umani.  

 

Coordinamento Donne Cgil Asti

 

Redazione